“Non ci fermiamo. Chiunque parli di questo, non è cosi. Si andrà avanti fino alla fine. Finché non li finiamo. Niente di meno”. Parola di Benjamin Netanyahu in visita ai soldati che operano nella striscia di Gaza. In precedenza, parlando alla Knesset (il parlamento dello stato ebraico) il premier israeliano aveva detto che senza pressione militare non ci sarà mai il rilascio degli ostaggi, ma proprio dalle famiglie degli ostaggi - che scandivano “ora, ora” dai banchi del pubblico - è stato ripetutamente contestato.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu alla Knesset
Il gabinetto di guerra israeliano si è riunito in serata per discutere, secondo diverse fonti, una proposta egiziana che riguarda la possibilità di liberare altri civili detenuti a Gaza. Il piano è stato per ora accolto molto freddamente sia da Israele che dal movimento islamista.
In una intervista al Wall Street Journal Netanyahu ha indicato tre requisiti preliminari per la pace con i palestinesi a Gaza. “Hamas deve essere distrutto, Gaza smilitarizzata e va fermata l’istigazione all’interno dell’Autorità nazionale palestinese alla violenza nei confronti di Israele. L’aspettativa che l’Anp governi la Striscia, ha aggiunto, “è un sogno”.
Gaza, bombardato campo profughi
Telegiornale 25.12.2023, 20:00
Un centinaio di palestinesi è rimasto ucciso nelle ultime 24 ore da massicci attacchi dello stato ebraico contro la striscia di Gaza. Ma questo non ha impedito al leader di Hamas Yahya Sinwar, nel suo primo messaggio pubblico dai massacri del 7 ottobre, di ribadire che il movimento non si sottometterà mai alle condizioni dell’occupazione. In un discorso alla leadership politica di Gaza Sinwar si è detto fiducioso della vittoria sostenendo che il movimento è riuscito a uccidere più di mille soldati nemici. Israele stima a poco più di 150 i caduti fino ad ora.
Generale dei Pasdaran ucciso in Siria
Un attacco aereo con tre missili sulla periferia di Damasco ha intanto ucciso nella sua casa il generale di brigata Sayyed Razi Mousravi, delle guardie rivoluzionarie iraniane. L’uomo era responsabile del coordinamento militare tra Siria e Iran ed era uno degli ufficiali iraniani di maggiore esperienza a Damasco. La sua morte è stata annunciata dall’agenzia stampa ufficiale siriana e dalla TV iraniana, che ha interrotto le trasmissioni per dare l’annuncio.
Entrambe le fonti hanno addossato la responsabilità ad Israele. Poco dopo il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha detto che questo atto è un segno di debolezza e frustrazione del “regime sionista” e che certamente non rimarrà impunito. Dal canto suo il portavoce delle forze di difesa israeliane, l’ammiraglio Daniel Hagari, a domanda di un cronista in conferenza stampa si è rifiutato di commentare affermazioni di stampa, ma ha aggiunto: “E’ evidente che l’ IDF deve proteggere gli interessi di sicurezza di Israele”.
L’infuenza militare iraniana in Siria è notevolemente cresciuta dopo il reiterato sostegno di Teheran al regime di Bashar al-Assad durante la guerra civile siriana. Sono centinaia i consiglieri militari iraniani nel Paese. All’inizio del mese due membri dei Pasdaran erano già stati uccisi in un raid analogo.