Sono appese a un filo le possibilità di una soluzione senza spargimenti di sangue della crisi in Niger, teatro di un colpo di Stato militare il 26 luglio. I dirigenti dell'ECOWAS, Comunità economica dei Paesi dell'Africa occidentale, hanno annunciato la mobilitazione delle truppe dell'organizzazione, al termine della riunione di urgenza tenutasi giovedì ad Abuja, in Nigeria. Stando al padrone di casa, Bola Tinubu, "si spera ancora di pervenire a un accordo pacifico".
Tuttavia, secondo il presidente della Costa d'Avorio Alassane Ouattara, "i capi di stato maggiore avranno altri incontri per finalizzare i dettagli", ma c'è accordo sul fatto che l'intervento militare debba iniziare "il più presto possibile". Il Governo ivoriano metterà a disposizione "da 850 a 1'100 uomini" a sostegno del contingente, al quale parteciperanno certamente anche il Benin e soprattutto la Nigeria, il Paese leader dell'organizzazione e il più popoloso della regione. La composizione esatta e il calendario delle operazioni non sono però stati precisati ufficialmente.
La Francia ha fatto sapere di dare il suo "pieno appoggio all'insieme delle conclusioni" a cui è giunta la Comunità e lo stesso hanno fatto gli Stati Uniti.
L'ECOWAS aveva lanciato il 30 luglio un ultimatum ormai scaduto da giorni ai golpisti nigerini, affinché rimettessero al potere il presidente democraticamente eletto Mohamed Bazoum, da loro deposto. Gli appelli sono rimasti tuttavia inascoltati, anzi le nuove autorità di Niamey hanno avvertito che avrebbero risposto a un eventuale attacco.

Niger: i golpisti formano un governo
Telegiornale 10.08.2023, 12:30