La città di Mariupol "non esiste più" dopo oltre un mese d'assedio da parte della Russia. Lo ha detto il Ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un'intervista alla Cbs. "La situazione è terribile da un punto di vista militare e umanitario", ha spiegato.
L'Ucraina vuole che le sue ultime truppe presenti a Mariupol combattano "fino alla fine", ignorando l'ultimatum della Russia di deporre le armi ed evacuare questo porto strategico del sud-est.
Nel nord-est, a Kharkiv, la seconda città del Paese, almeno 5 persone sono state uccise domenica e altre 20 sono rimaste ferite in una serie di attacchi. Secondo quanto riferito dal governatore di Leopoli, Maksym Kozytsky, alcuni missili hanno colpito la regione al confine con la Polonia. Inviati della Bbc hanno riferito di avere visto almeno cinque esplosioni nella parte occidentale della città, "un denso fumo nero e grigio si sta alzando". L'allarme antiaereo ha suonato per 45 minuti prima dell'esplosione mentre molte persone erano per strada.
Appello di Zelensky
Frattanto il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato domenica sera gli alleati ad aumentare ulteriormente le sanzioni contro il sistema bancario e finanziario russo. Zelensky è anche tornato a chiedere armi all'Occidente definendo ogni ritardo nelle forniture come un "permesso alla Russia per uccidere" la sua gente.
"Il mondo democratico - continua Zelensky - deve rispondere a ciò che stanno facendo gli occupanti nel sud del nostro Stato, nelle regioni di Kherson e Zaporizhya. Lì vengono costruiti centri di tortura, le autorità locali e chiunque sia ritenuto visibile alle comunità locali viene rapito. Gli insegnanti vengono ricattati, i soldi per le pensioni vengono rubati, gli aiuti umanitari vengono bloccati e le persone muoiono di fame.
"Le truppe russe si stanno preparando per un'operazione offensiva nell'est del nostro Paese", sostiene il presidente ucraino nel suo ultimo videomessaggio. "Vogliono letteralmente distruggere e mettere fine al Donbass".