Il bilancio del terremoto di magnitudo 7.2 che ha colpito Haiti lo scorso 14 agosto si è ulteriormente aggravato: i morti sono oltre 2'200, i dispersi restano centinaia. Più di 12'000 persone sono rimaste ferite e le abitazioni distrutte o gravemente danneggiate sono decine di migliaia. Ad una settimana dal sisma, gli aiuti iniziano ad arrivare, ma il sollievo per chi è rimasto colpito a volte è minimo.
Sotto le macerie non c'è più speranza di trovare dei superstiti. Mentre i detriti vengono sgombrati, si cerca di recuperare quanto può servire: c'è bisogno di tutto, soprattutto di materiale con cui coprirsi o costruire un tetto provvisorio e magari qualcosa da riutilizzare o rivendere. Le organizzazioni umanitarie stanno provvedendo a fornire beni di prima necessità e riparo, ma il bisogno è così grande che non si arriva a tutti.
L'arrivo degli aiuti è rallentato dallo stato delle strade, dalle bande criminali che infestano la strada da e per l'aeroporto e - fino a qualche giorno fa - dalle piogge portate dalla tempesta Grace. Un lavoro di organizzazione che è ancora in corso: la speranza di chi aspetta assistenza è che possa essere completato al più presto.