Nella Repubblica ceca il presidente Milos Zeman non ci sta. Vuole rimanere nella sua residenza, l’enorme castello che domina Praga. Dal quale continuare a ruggire, con il suo stile politicamente scorretto e a volte sboccato. Venerdì e sabato i cittadini cechi andranno alle urne, per designare il nuovo presidente. Lui, Zeman, dalla salute traballante, cresciuto politicamente nella sinistra ma ora scivolato su posizioni populiste e con simpatie filo-russe, è praticamente sicuro di accedere al secondo turno. Con grande preoccupazione di chi sorveglia i suoi contatti con Mosca. È il caso di Jakub Janda, responsabile del programma Kremlin Watch, del gruppo di riflessione Valori Europei.
La Repubblica ceca è dunque così seriamente colpita da campagne di disinformazione, da parte della Russia?
"Sì, la Repubblica ceca è tra i paesi più toccati dall’influenza del Governo russo. Assume diverse forme: la diffusione di disinformazione pro-Cremlino, che attacca interessi della sicurezza nazionale ceca (quali l’adesione all’UE o alla NATO). Oppure il contatto diretto con gli alleati politici, che nel caso ceco vuol dire: l’attuale presidente Milos Zeman, per il quale lavorano diversi consulenti che hanno buoni legami con il Governo russo o con il denaro russo. È un’influenza politica attraverso dei mezzi economici e geo-politici. Il Governo ceco, responsabile per la nostra politica, ha adottato delle misure specifiche per contenere le influenze straniere – nel nostro caso: principalmente quelle della Russia e, parzialmente, della Cina. Sono delle minacce importanti e il Governo vi sta già rispondendo".
Ma quando parla di minacce alla sicurezza, cosa intende in particolare?
"In pratica le sfide alla sicurezza nazionale, che noi chiamiamo “influenza straniera ostile”, sono rappresentate da poteri stranieri come la Russia che non sono amichevoli con la Cechia e i suoi interessi a livello di sicurezza, e che si dedicano ad attività illegittime: ad esempio lo spionaggio da parte di agenzie russe d’intelligence, la diffusione di disinformazione per convincere una parte del pubblico ceco che abbandonare l’UE sarebbe una buona scelta per il paese, oppure utilizzare denaro russo per influenzare gli affari interni cechi, come ad esempio nell’ufficio del presidente della Repubblica ceca".
Il vostro attuale presidente Zeman ha espresso a più riprese la sua simpatia nei confronti di Mosca… si può dire allora che lui sia un fattore particolarmente destabilizzante per il vostro paese?
"Sì, noi diciamo apertamente che il presidente ceco, il signor Zeman, è un cavallo di Troia russo, una persona al servizio degli interessi di politica estera russi, che non sono amichevoli nei confronti della Repubblica ceca. Un esempio: quando il presidente Zeman nega qualsiasi coinvolgimento militare organizzato in Ucraina, da parte della Federazione russa. Oppure quando afferma che la Crimea è russa, e che si debba accettarlo. …quindi un altro caso di invasione da parte russa sarebbe ok per l’Unione europea. Questo è quanto dice l’attuale presidente. La Russia attacca il nostro vicinato (intendo: l’Ucraina) e l’attuale presidente ceco applaude per questo".
Quindi lei affermerebbe ora che il suo presidente è il più pericoloso agente russo in Cechia, attualmente?
"Non utilizziamo il termine “agente” in quanto (tecnicamente) si utilizza per qualcuno che è stato reclutato da un’organizzazione d’intelligence straniera. E questo non posso affermarlo, a proposito del presidente ceco. Non ne ho le prove. Però diciamo apertamente che sostiene gli interessi russi in politica estera e per la sicurezza. Fondamentalmente sta lavorando a favore della Russia per degli interessi che sono opposti a quelli che il Governo ceco considera i propri interessi di sicurezza nazionale".
La vostra è una posizione decisamente ostile nei confronti del presidente Zeman. Non ricevete minacce? O comunque degli attacchi, per questo?
"Si, il nostro presidente ci ha attaccato apertamente, pubblicamente (me personalmente e anche l’istituto che rappresento: il think thank Valori Europei). Ci accusa di promuovere la censura nel paese. Ovviamente non è ciò che stiamo facendo. Però c’è stata pressione da parte di vari gruppi filo-russi, che hanno minacciato i nostri collaboratori. Siamo in un paese tranquillo, non siamo certo esposti a degli assassinii ad esempio, come capita in Ucraina. Non ci sentiamo in pericolo, ma la pressione c’è – a livello politico e di intelligence. Noi facciamo ciò che vogliamo e ciò in cui crediamo".
Vi sentite come degli agenti dell’Occidente? Degli USA?
"Assolutamente no. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri partner americani e dell’Europa occidentale. Sì, ogni tanto ci accusano di essere dei rappresentanti degli Stati Uniti o di altri alleati occidentali della Repubblica ceca. Ma a noi va bene così. Sappiamo chi sono i nostri alleati, i nostri amici – e chi invece non lo sono: la Russia e la Cina".
Le elezioni parlamentari ceche dell’ottobre scorso hanno decretato la vittoria di correnti politiche poco concilianti con l’Unione europea. A questo punto sarà più naturale che Praga tenda la mano a Mosca piuttosto che a Bruxelles?
"Se il presidente Zeman fosse rieletto continuerebbe con la sua politica, esercitando pressione affinché la Repubblica ceca sia più conciliante con il Cremlino, o meglio: con Putin. Direbbe apertamente che la Cechia vuole togliere le sanzioni contro la Russia. E questa non è assolutamente la posizione del Governo ceco. Non può certo annullare la nostra adesione all’UE e alla Nato, però potrebbe danneggiarla, come per altro ha già fatto negli ultimi anni. Questo mi preoccuperebbe".
Pierre Ograbek
Ascolta l'intervista completa di Pierre Ograbek a Jakub Janda
RSI Info 12.01.2018, 21:02
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RG 18.30 del 12.01.18: l'intervista di Pierre Ograbek a Jakub Janda, responsabile del programma Kremlin Watch del gruppo di riflessione Valori Europei
RSI Info 12.01.2018, 19:40
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