L’analisi

Per Macron la tregua olimpica è finita

Il presidente francese, archiviati i Giochi, deve ora fare i conti con la crisi politica che ha paralizzato il paese dopo le Legislative di luglio

  • 12 agosto, 12:53

RG 12:30 del 12.8.2024 La diretta di Alessandro Grandesso

RSI Info 12.08.2024, 12:46

  • Keystone
Di: Alessandro Grandesso

La tregua olimpica c’è stata. Almeno in Francia. Ieri sera (domenica) però è sceso il sipario sui Giochi e il presidente della Repubblica Emmanuel Macron torna a confrontarsi con la crisi politica che di fatto ha paralizzato il paese dopo le elezioni legislative di inizio luglio. Dalle urne non è emersa alcuna maggioranza assoluta e il capo dello Stato deve ormai nominare un nuovo premier cui spetta l’ardua missione di creare un Esecutivo in grado di ottenere il sostegno in una camera divisa in tre blocchi.

Insomma, tutto il contrario di quanto sperava Macron che a sorpresa aveva indetto le elezioni per ottenere chiarezza dopo la sconfitta alle europee di giugno. Le urne hanno consolidato invece l’estrema destra di Marine Le Pen, uscita però ridimensionata tra il primo e il secondo turno, certificando la tenuta dei centristi e premiando la coalizione delle sinistre. Il Nuovo Fronte Popolare così si è messo subito al lavoro per presentare una candidatura e tra infiniti dibattiti e veti incrociati, alla fine è emerso il nome di Lucie Castets, economista e direttrice delle finanze del comune di Parigi, guidato dalla socialista Anne Hidalgo.

Macron però non intende farsi dettare l’agenda politica da alcun schieramento e ha preferito affrontare l’Olimpiade con il Governo dimissionario di Gabriel Attal, contrario alle elezioni anticipate e con cui i rapporti sono ormai glaciali. L’Esecutivo aveva per missione di gestire l’organizzazione dei Giochi assicurando continuità a un evento internazionale svoltosi in un clima di tensioni internazionali e di minacce terroristiche. Parigi2024 si è chiusa con un bilancio positivo anche in termini di immagine che Macron ha tentato di sfruttare facendosi vedere nei siti di competizione, abbracciando gli atleti più popolari con le medaglie al collo, cercando di far dimenticare i fischi raccolti in occasione della cerimonia di apertura sulla Senna.

La svolta in politica interna

Dopo la cerimonia di chiusura allo Stade de France, il capo di Stato valuta ormai la svolta di politica interna. Negli ultimi giorni sono emersi due nomi per la guida del Governo. Da una parte il gollista moderato Xavier Betrand, presidente della regione Hauts-de-France, ex ministro sotto il mandato di Nicolas Sarkozy. Dall’altra, Bernard Cazeneuve, già primo ministro e ministro degli Interni di François Hollande, ed ex socialista in disaccordo con il partito per l’alleanza elettorale con la sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon. Macron, che intende isolare sia l’estrema sinistra che l’estrema destra, dovrebbe rompere lo stallo per Ferragosto, indicando magari un’altra personalità che avrebbe poi il compito di convincere i deputati a sostenerne l’azione di Governo. Una missione non scontata. Per questo c’è anche chi scommette su una lunga transizione verso nuove elezioni, possibili solo tra un anno, o si auspica, come Le Pen, le dimissioni dello stesso Macron.

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