Il ministro della Difesa russo aveva annunciato mercoledì un cessate il fuoco e l'apertura di corridoi umanitari tra oggi, giovedì, domani e dopodomani, tra le 8 e le 18 ora locale, ma secondo le forze ucraine i combattimenti nell'area dell'acciaieria Azovstal proseguono non solo ai limiti del complesso siderurgico ma anche all'interno, dove si trovano ancora tanti civili.
Le promesse, secondo Kiev, non si sono tradotte in fatti e intanto gli asserragliati restano intrappolati tra lo scambio di queste dichiarazioni e quello di colpi. E sono molte le persone che non riescono a fuggire dai combattimenti e dai bombardamenti nel sud e nell’est dell'Ucraina, nelle zone controllate dai russi. Tanti di coloro che sono riusciti a lasciare le zone dei combattimenti sono confluiti a Zaporizhia, la città dove sono arrivati anche i profughi di Mariupol e di località vicine. La RSI ha raccolto la testimonianza di alcuni di loro.
Le voci di chi fugge dai bombardamenti e dalle stragi
Zaporizhia è il primo punto d’approdo per chi riesce a fuggire dai bombardamenti russi nel sud-est dell’Ucraina, provenendo da Mariupol ma anche dall’ampia fascia di territorio tra Crimea e confine russo.
Ella, rifugiata di Volnovakha, dà voce a un dubbio di tanti: “Parliamo russo, siamo popolazioni slave. Perché dobbiamo ucciderci a vicenda? Non capisco, è una follia”.
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Al centro di prima accoglienza si concentrano pure tanti familiari dei soldati ucraini intrappolati nell’acciaieria Azovstal di Mariupol. Mogli, madri, sorelle che si disperano e chiedono a Kiev di portarli in salvo, visto che non hanno più munizioni e non possono più combattere.
La gente si organizza e i ragazzini maturano prima: Katya, rifugiata giunta da Mariupol, spiega che è rimasta con suo nipote nei sotterranei dell’ospedale. Il papà del ragazzo è un militare che a loro risulta disperso, ma ha saputo reagire: “È diventato un piccolo uomo, ha pianto poco e ora pensa ad aiutare gli altri bambini”.
Peskov: la tregua funziona e l'esercito russo la rispetta
Intanto giovedì il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che i corridoi umanitari dall'acciaieria Azovstal di Mariupol "funzionano" e che l'esercito russo rispetta il cessate il fuoco. Ai giornalisti Peskov ha spiegato che "i corridoli funzionano lì oggi", assicurando che l'esercito di Mosca ha rispettato il cessate il fuoco al fine di consentire l'evacuazione dei rifugiati civili nell'acciaieria.
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