Continua a crescere il bilancio delle vittime civili dei raid israeliani lanciati la scorsa notte sulla Striscia di Gaza: i morti sono ormai oltre 413 e i feriti 562 (numeri del ministero della salute palestinese).

Fine della tregua, l'analisi di Michele Giorgio
Telegiornale 18.03.2025, 12:30
Tra le vittime eccellenti, c’è il capo del governo di Hamas nella Striscia, Essam al-Dalis, che è stato ucciso nella notte sul territorio palestinese, ha annunciato il movimento islamista . Era uno dei quattro “leader del governo” di Gaza resi noti da Hamas in una “dichiarazione di condoglianze”, che comprende anche il capo del ministero degli Interni, il generale Mahmoud Abou Watfa, e il direttore generale dei Servizi di sicurezza interna, il generale Bahjat Abou Sultan.
Al-Dalis era un membro dell’ufficio politico di Hamas e faceva parte della leadership del movimento islamista dal 2021. Nel novembre 2023, Israele aveva colpito una struttura di Hamas in cui si trovava al-Dalis, insieme ad altri leader che vennero uccisi nell’attacco. Il generale Abu Watfa era stato visto nella Striscia di Gaza a gennaio, dopo la firma dell’accordo di tregua, mentre accompagnava i dispiegamenti di polizia nelle strade del territorio palestinese.
Egitto e Russia condannano l’attacco
L’Egitto ha condannato “con forza” gli attacchi israeliani della notte sulla Striscia di Gaza, descrivendoli come una “flagrante violazione” del cessate il fuoco, secondo una dichiarazione del Ministero degli Esteri. Per il Cairo, questo attacco costituisce “una pericolosa escalation che minaccia di avere gravi conseguenze per la stabilità della regione”, ha dichiarato il ministero egiziano. L’Egitto ha inoltre invitato la comunità internazionale ad “agire immediatamente per fermare l’aggressione israeliana”.
Dichiarazioni di condanna verso Israele sono giunte anche dall’Arabia Saudita e dalla Giordania, che ha definito “barbari” i raid, e dall’Iran, che parla di genocidio. Anche la Russia, nel primo pomeriggio, ha “condannato fermamente” gli attacchi. Parole di condanna sono giunte anche dal Qatar, il mediatore chiave tra i belligeranti ha detto che è necessario riprendere i colloqui per attuare le fasi della tregua.
Da parte sua un funzionario del movimento islamista Hamas ha affermato che la sua organizzazione “sta lavorando con i mediatori per frenare l’aggressione di Israele” nell’enclave palestinese. “Hamas ha aderito all’accordo di cessate il fuoco e lo ha implementato con precisione, ma l’occupazione israeliana ha rinnegato il suo impegno e lo ha annullato riprendendo l’aggressione e la guerra”, ha dichiarato all’agenzia AFP.
Estrema destra fa ritorno in governo
Il partito della destra ortodossa Otzma Yehudit, del ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, rientra nel governo israeliano, poco meno di due mesi dopo aver lasciato la coalizione.
Lo hanno annunciato lo stesso partito di Ben Gvir e il Likud del premier Bejamin Netanyahu in una nota congiunta.
Otzma Yehudit aveva lasciato la coalizione di Netanyahu perprotesta contro l’accordo di cessate il fuoco con Hamas. BenGvir oggi ha accolto con favore la ripresa delle operazionimilitari nella Striscia di Gaza. Negli scorsi giorni Gvir aveva auspicato il bombardamento di tutti i depositi di aiuti e cibo che Hamas detiene”, nonché il taglio di elettricità e acqua.
Strutture sanitarie prese d’assalto
Un “numero molto elevato di strutture sanitarie” nella Striscia di Gaza è “letteralmente traboccante” dopo i bombardamenti israeliani, ha dichiarato a Ginevra un portavoce della Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa.
Da parte sua, un portavoce dell’Organizzazione mondiale della Sanità ha sottolineato la mancanza di medicinali nel territorio palestinese: “A causa di questa carenza di farmaci, c’è il rischio che gli operatori sanitari non siano in grado di fornire cure per diverse condizioni mediche, non solo per le lesioni traumatiche”.
Cisgiordania: accusa di “crimini” per Israele
Le Nazioni Unite hanno accusato Israele di crimini di guerra per il trasferimento forzato di palestinesi in Cisgiordania. L’Alto Commissario per i Diritti Umani ha chiesto a Israele di fermare questi atti e di ritirare i coloni.
Dal novembre 2023, Israele ha approvato la costruzione di 20’000 nuove case di coloni a Gerusalemme Est e demolito oltre 210 case palestinesi. Nel resto della Cisgiordania sono stati costruiti altri 49 insediamenti e sono previste oltre 10’000 nuove abitazioni.
Dopo il cessate il fuoco a Gaza, nelle ultime settimane decine di migliaia di palestinesi sono stati costretti a fuggire.

Pesanti raid di Israele su Gaza
Telegiornale 18.03.2025, 12:30
Notiziario 11.00 del 18.03.2025
RSI Info 18.03.2025, 11:23
Contenuto audio