Si è chiuso con un documento finale di proposizioni, ma senza una “esortazione apostolica” (un documento ufficiale di magistero del Papa) il sinodo sulla Sinodalità convocato da Francesco tre anni or sono per discutere di numerosi temi di riforma della Chiesa cattolica, tra cui il ruolo di laici e donne. La questione dell’ordinazione femminile è stato uno degli argomenti che ha suscitato maggiore interesse anche al di fuori del mondo cattolico, e se il sinodo non chiude la porta, riconoscendo anzi l’importanza del contributo femminile nella Chiesa, cambiamenti concreti non sono in vista. “Il tempo non è maturo”, ha detto il cardinale Victor Manuel Fernandez, prefetto del dicastero per la dottrina della fede.
Il paragrafo delle conclusioni dedicato alla questione chiede “piena attuazione di tutte le opportunità esistenti nel diritto canonico per quanto concerne il ruolo della donna, specialmente in quei campi dove rimane sotto-esplorato”. E’ stato approvato con 258 voti a favore e 97 contrari. Per alcuni non è abbastanza, per altri è persino troppo. Ora un gruppo di lavoro - che opererà però l’autorità della curia romana - continuerà la riflessione sulla materia, ma non ci sono scadenze o passi concreti previsibili.
Sostenuta inizialmente solo dalle frange più progressiste e occidentali del mondo cattolico, l’idea di un accesso delle donne per lo meno al diaconato aveva fatto progressi nella prima parte del Sinodo e lo scorso anno era stata esplicitamente citata nel documento provvisorio. Ma la questione è stata messa da parte dallo stesso Francesco, secondo cui l’ordinazione“clericalizzerebbe le donne” e ci sono molti altri modi di coinvolgere le donne nelle comunità cristiane, anche in ruoli guida.
I diaconi non sacerdoti, non possono operare la consacrazione e quindi celebrare la Messa, ma possono amministrare numerosi sacramenti. Stante la cronica mancanza di preti, si ritrovano ad essere in molte realtà, per esempio nei villaggi di campagna, l’unico punto di riferimento spirituale per le comunità locali.
La cattedra di San Pietro esposta al pubblico
Da oggi e fino all’8 dicembre, dopo oltre 50 anni, è nuovamente esposta all’adorazione dei fedeli la Cathedra Sancti Petri Apostoli, che la tradizione indica come il seggio da cui predicava San Pietro e che è solitamente custodita in un imponente reliquiario.
Sul trono ligneo, decorato da placche d’avorio che rappresentano le fatiche di Ercole e alcune costellazioni, nell’875 è stato molto probabilmente incoronato imperatore il re dei Franchi Carlo il Calvo, ma alcune parti - come le placche d’avorio - risalgono a tempi ancora più antichi.
Francesco si è soffermato in raccoglimento al termine della messa che ha concluso il sinodo. Nell’occasione la reliquia verrà sottoposta a restauri e indagini conoscitive.
“Il signore passa e si ferma per prendersi cura della nostra cecità. E’ bello se il sinodo ci spingesse ad essere Chiesa come il cieco Bartimeo”, ha detto il Papa nell’omelia, riferendosi alla lettura del Vangelo della domenica. .