Prime condanne per Rinascita Scott

Settanta condanne, 19 assoluzioni e due prescrizioni. A poco meno di 2 anni dalla mega operazione Rinascita Scott coordinata dagli inquirenti anti mafia di Catanzaro contro le cosche vibonesi ed i presunti legami con ambienti massonici, imprenditori, forze dell'ordine, politici e pubblici funzionari, arriva un primo responso giudiziario con la sentenza al termine del procedimento condotto con rito abbreviato nell'aula bunker di Lamezia Terme appositamente costruita. Nello stesso luogo si celebra il processo con rito ordinario contro la maggior parte delle 300 persone arrestate nel dicembre 2019 poiché sospettate, in particolare, di essere legate alla cosca Mancuso. Le pene inflitte - scontate di un terzo per la scelta del rito - variano da un massimo di 20 anni ad un minimo di 10 mesi per un totale di circa 650 anni di carcere.

Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ha definito la sentenza "un tassello importante in tutto il processo Rinascita Scott". Valuterà però se ricorrere contro le assoluzioni che, ha spiegato, "riguardano principalmente posizioni marginali nel processo" e non intaccano "il corpo del capo d'imputazioni imbastito dall'indagine".

L’operazione degli inquirenti calabresi toccò anche la Svizzera. Uno degli indagati aveva un garage nel Luganese (venne rilasciato dopo un periodo ai domiciliari). Avrebbe fornito supporto logistico tenendo in custodia per conto delle cosche armi. Inoltre, vennero scoperti flussi di denaro verso gli istituti elvetici. Ad esempio, un conto c'erano 3 milioni di euro utilizzati per compare un albergo a San Giovanni Rotondo.