Ivan Fedorov, il sindaco di Melitopol rapito dai militari russi lo scorso 11 marzo, per ora non può tornare nella sua città. Ha vissuto sei giorni sotto sequestro, prima di essere liberato grazie a un blitz delle forze ucraine. Il nostro inviato in Ucraina Emiliano Bos lo ha raggiunto via Skype. Per prima cosa gli ha chiesto come è stato trattato durante la detenzione:
"Mi sono trovato in una situazione molto pericolosa. Non sapevo cosa volessero da me né che intenzioni avessero nei miei confronti. Non potevo parlare con la mia famiglia né che i miei collaboratori. Per fortuna è durato solo sei giorni. È sono davvero contento adesso di essere libero".
A Melitopol però i russi hanno posto una persona, Galina Davidocka, alla guida dell’amministrazione. Lei ritiene di essere ancora il sindaco della città?
"Io sono il sindaco legalmente eletto di Melitopol, naturalmente. Adesso tutta la nostra amministrazione è a Zaporizhzhia, da qui proviamo ad aiutare la nostra gente. In questo momento non c’è un governo legale a Melitopol: c’è solo qualcuno che dice di essere al governo, ma lo fa con l’aiuto dei militari russi. Per ora non ci sono le condizioni di sicurezza per un mio ritorno in città, immagino si capisca. I russi mi catturerebbero di nuovo".
Sindaco Fedorov, come l’hanno trattata i soldati russi durante la prigionia? Ha subito violenza?
"Quando sei circondato da 10 soldati armati, non è necessario che ti picchino o usino violenza per farti capire che la tua vita e la tua sicurezza non valgono nulla. Se nella stanza accanto alla tua c’è qualcuno che viene picchiato e piange, capisci che possono fare lo stesso a te… è terribile".
Può confermare che per la sua liberazione c’è stato anche uno scambio con nove giovani soldati russi tenuti come prigionieri di guerra?
"Si, sono giovani ma sono soldati venuti qui a uccidere i miei concittadini senza armi, i civili, voglio sottolinearlo. Non capisco perché conta il fatto che siano giovani. Sono militari che uccidono la gente nel mio paese. Non è stata Ucraina ad aggredire la Russia, ma la Russia a portare qui la guerra".
Sindaco, la sua città si trova a metà strada tra Mariupol e la Crimea, ed è occupata dalle forze russe. In quali condizioni si trova?
"C’è il problema umanitario: innanzitutto non abbiamo scorte alimentari né benzina. Non si può usare denaro contante e nemmeno le carte di credito. Questo comporta anche una difficoltà nell’approvvigionamento e nell'acquisto di farmaci. Ogni giorno contatto l’ufficio del presidente Zelesnky per chiedere un corridoio umanitario, ma i russi rispondono che non servono. E la mia gente qui non sa come risolvere questi problemi".
Nonostante l’occupazione i suoi concittadini continuano a protestare con i russi…
"Forse vedete anche voi i video dei miei concittadini, che protestano e gridano contro i russi dicendo che non abbiamo bisogno dell’occupazione. Ma ogni giorno i militari della Federazione russa fermano uno alla volta questi manifestanti. Li trattengono, alcuni per qualche ora, qualcuno da più di una settimana. Certo, ora i miei concittadini hanno paura di protestare per le strade. Molti sono convinti che sia difficile vivere a Melitopol. I russi assaltano le attività commerciali e le derubano. Non c’è sicurezza, è una situazione davvero pericolosa".
Radiogiornale delle 12.30 del 21.03.2022: l'intervista integrale al sindaco di Melitopol Ivan Fedorov, di Emiliano Bos
RSI Info 21.03.2022, 13:00
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