Carles Puigdemont, come si era creduto fino all'ultimo minuto, non rientra a Barcellona con alcuni dei ministri del suo Governo destituito ma rimane a Bruxelles. Sull'ultimo aereo proveniente dal Belgio, infatti, martedì sera c'erano solo due ex consiglieri. Sono stati accolti all'aeroporto da giornalisti e manifestanti anti-indipendentisti, che hanno cantato canzoni nazionaliste e li hanno insultati.
Smentita così La Vanguardia, il primo quotidiano a parlare di ritorno a Barcellona citando fonti che lo avevano visto a bordo di un volo della Vueling, mentre in realtà Puigdemont non si è mai mosso da Bruxelles. Del resto l’ex capo dell’Esecutivo catalano è minacciato d'arresto in Spagna e perciò martedì ha cercato di internazionalizzare la situazione. Ha negato di chiedere l'asilo ma ha lanciato un appello all'Europa affinché reagisca davanti alla “repressione” spagnola.
E sempre martedì in giornata, a Madrid, la magistrata spagnola Carmen Lamela ha accolto la denuncia per ribellione presentata contro di lui e il suo Governo dal procuratore generale dello Stato spagnolo, Juan Manuel Maza. Lamela ha convocato Puigdemont domani, giovedì, per interrogarlo e per quest'ultimo c'è il rischio di una detenzione preventiva. La stessa giudice madrilena ha ordinato all’ex presidente della Catalogna e ai suoi tredici ministri di pagare, entro tre giorni, una garanzia di 6,2 milioni di euro (7,3 milioni di franchi) o sequestrerà i loro beni.
ATS/AP/Reuters/EnCa
Dal notiziario delle 8.00 del primo novembre 2017
RSI Info 01.11.2017, 10:07
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