"Nei prossimi tre o quattro mesi, saremo in grado di fornire gratuitamente dalle 25'000 alle 50'000 tonnellate di grano a Burkina Faso, Zimbabwe, Mali, Somalia, Repubblica centrafricana e Eritrea". Le parole con cui il presidente Vladimir Putin ha aperto giovedì il secondo summit Russia-Africa sono state accolte dagli applausi dei presenti a San Pietroburgo, ma da un profondo scettismo generale.
Compreso quello del segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, che ha subito criticato gli annunci dello zar spiegando che "una manciata di donazioni ad alcuni Paesi" non può risolvere "il drammatico impatto" della fine dell'accordo sul grano.
La promessa russa arriva infatti solo pochi giorni dopo il ritiro di Mosca dall'accordo sul grano ucraino. La versione del Cremlino è che i Paesi occidentali non hanno rispettato i patti. Putin sostiene di essere uscito dall'accordo perché, a suo dire, non sarebbero stati rimossi "gli ostacoli" alle esportazioni di fertilizzanti e derrate alimentari dalla Russia. E oggi ha ribadito la sua posizione accusando l'Occidente di "ipocrisia".
l vertice di oggi e domani è anche un test diplomatico per Putin, che dopo l'invasione dell'Ucraina è stato in parte isolato sul piano internazionale. A differenza dei Paesi occidentali, quelli africani hanno assunto posizioni più morbide nei confronti della Russia.
Tuttavia, al summit di oggi hanno partecipato molti meno leader rispetto al vertice del 2019. Tra i 17 capi di Stato che hanno deciso di recarsi a San Pietroburgo c'è anche il presidente egiziano al-Sisi. Il suo Paese importa più della metà del proprio fabbisogno di grano proprio dalla Russia.
Oltre ai cereali, Mosca in Africa esporta anche armi e petrolio. E il suo braccio armato non ufficiale, il gruppo Wagner, svolge un ruolo chiave in diversi Paesi, come il Mali, dove sostiene la giunta militare al potere.
Putin incontra i leader africani
SEIDISERA 27.07.2023, 18:25
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