Vladimir Putin si è recato a Teheran oggi, martedì, per colloqui sulla situazione in Siria con il presidente turco Erdogan e i vertici politici della Repubblica islamica. Per il capo del Cremlino si è trattato della seconda trasferta all'estero dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, dopo quella nelle ex repubbliche sovietiche di Tagikistan e Turkmenistan a fine giugno.
Circa la crisi siriana, Putin ha definito "utili e molto istruttive" le discussioni avute con il presidente turco Erdogan e con il capo dello Stato iraniano Ebrahim Raissi. Il presidente russo ha quindi invitato i due omologhi a recarsi in Russia per ulteriori colloqui in relazione al conflitto siriano.
Putin ha inoltre dichiarato di aver discusso con Erdogan anche in merito alle esportazioni di cereali dall'Ucraina, sempre bloccate a seguito dell'invasione russa. "Alcune questioni restano da risolvere ma ci sono progressi ed è un buon segno", ha affermato il presidente russo, ringraziando Erdogan per la mediazione offerta dalla Turchia sui corridoi del Mar Nero.
Per parte sua il capo dello Stato turco, in relazione alla situazione in Siria, ha ribadito l'intenzione di attaccare le milizie curde che sono qualificate come terroriste da Ankara. La Turchia punta alla creazione di una "zona di sicurezza" di 30 chilometri alla frontiera con la Siria e confida nel sostegno di Russia e Iran per un nuovo intervento militare nel nord-est del Paese.
Infine Iran e Russia, accomunati da sanzioni a essi inflitte dall'Occidente, si sono impegnati a rafforzare la loro cooperazione a lungo termine nei settori degli idrocarburi. Essa è "assai vantaggiosa per i due Paesi", si sottolinea in una dichiarazione della Guida Suprema iraniana Ali Khamenei.
Vertice a Teheran: l'analisi di Alberto Zanconato
SEIDISERA 18.07.2022, 20:27
Contenuto audio