Nel 140esimo giorno dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina lo scorso 24 febbraio, le delegazioni militari di Kiev e di Mosca si troveranno mercoledì in Turchia. Non si tratta però di un segnale che tra le parti si è cominciato a parlare di una possibile tregua. Al tavolo con i rappresentanti delle Nazioni Unite e di Ankara, russi e ucraini a Istanbul discuteranno infatti della possibilità di creare dei corridoi marittimi per l'esportazione dei cereali da mesi bloccati nei porti sul Mar Nero. Si tratta di milioni di tonnellate di grano di cui molti paesi hanno bisogno per garantire il cibo ai propri abitanti nei prossimi mesi e che andrebbero ad alimentare il mercato internazionale sotto tensione a causa dei forti aumenti dei prezzi.
Nei magazzini ucraini ci sono milioni di tonnellate di grano che attendono di essere esportate nel mondo
Per dare il suo accordo al passaggio dei cargo, la Russia chiede di ispezionare le navi per verificare che non portino armi. L'Ucraina sarebbe favorevole, ma solo con ispettori terzi e vuole garanzie che i russi non ne approfittino per attaccare. Poi c'è il nodo dello sminamento dei porti. L'ONU spera in una svolta. Da diverse settimane sta negoziando con il sostegno di Ankara che prepara anche l'incontro tra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan che il 19 luglio saranno a Teheran per una trilaterale con l'Iran dedicata alla Siria. Da quanto filtra ci sarà spazio anche per un bilaterale sull'Ucraina.
Kiev nel frattempo continua a lavorare al potenziamento delle vie alternative per le esportazioni. Il grano viaggia su strada, su ferrovia e, sempre più, sul Danubio. Le navi mercantili che hanno navigato attraverso il riaperto Canale di Bystre per essere caricate sono salite a 16. Lo ha reso noto il ministero delle infrastrutture ucraino. A giugno sono stati esportati circa 2,5 milioni di tonnellate di prodotti agricoli attraverso le rotte logistiche disponibili. Poco più di un quarto della domanda mensile che Kiev quantifica in 8 milioni di tonnellate.
Grano ucraino, il reportage da Odessa
Telegiornale 22.06.2022, 22:00
Intanto però, proprio alla vigilia della riunione quadripartita, la retorica del Cremlino è tornata a farsi bellicosa nei confronti degli americani e dei loro alleati. La portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova ha avvertito che continuare a sostenere Kiev equivale ad avvicinarsi "pericolosamente ad uno scontro militare aperto con la Russia", che può degenerare in "conflitto nucleare".
In attesa che la diplomazia produca qualche effetto, le armi rimangono protagoniste del conflitto. Secondo l'intelligence britannica, i russi stanno facendo piccoli progressi nel Donetsk mantenendo pressione sulle truppe ucraine, mentre si raggruppano in vista di ulteriori offensive nel prossimo futuro. Al sud l'Armata colpisce quotidianamente Mykolaiv, nel tentativo di far cadere l'importante città del Mar Nero, in vista di un possibile assalto ad Odessa.
L'esercito ucraino, mercoledì mattina, ha comunicato di aver respinto un assalto contro gli insediamenti di Dovhenke e Dolyna, in direzione di Sloviansk, nella regione di Donetsk. Nella stessa regione missili e bombe, durante la notte, hanno colpito pesantemente anche la zona della città di Bakhmut. Sono stati colpiti i distretti di Berestovo, Bilogorivka, Soledar, Pokrovsky, Bakhmut, Opytny, Veselaya Dolyna, Vershina, Travnevo, Kodem, Toretsk e Shumy.
Gli sforzi delle forze di Kiev si concentrano in particolare sul fronte meridionale, dopo l'ordine di Volodymyr Zelensky di riconquistare tutta la costa. Kiev ha rivendicato di aver condotto un attacco missilistico a lungo raggio contro attrezzature militari e truppe del nemico nella regione di Kherson, a Nova Kakhovka, uccidendo oltre 50 soldati, incluso un generale. La versione delle forze occupanti, invece, è che gli ucraini hanno colpito infrastrutture civili uccidendo 7 persone e provocando 80 feriti.
Vertice in Turchia sul grano ucraino
Telegiornale 13.07.2022, 14:30