A tre giorni dal massacro di 12 bambini e adolescenti drusi a Majdal Shams, nel Golan settentrionale, la rappresaglia israeliana contro Hezbollah è arrivata. Una potente esplosione ha colpito martedì sera la roccaforte dei miliziani sciiti filoiraniani nel quartiere Da’aheh a Beirut. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito Beirut, prendendo di mira Fuad Shukr, leader militare del gruppo filo-iraniano Hezbollah, che l’Idf ha rivendicato di aver ucciso e che sarebbe responsabile dell’attacco missilistico di sabato a Majdal Shams. Il ministero della Sanità libanese ha annunciato che tre civili, una donna e due bambini, sono stati uccisi nell’attacco israeliano sulla periferia sud di Beirut, secondo un bilancio preliminare.
Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno condotto “un attacco mirato a Beirut contro il comandante” di Hezbollah “responsabile dell’omicidio dei bambini a Majdal Shams e dell’uccisione di numerosi altri civili israeliani”. Lo ha detto il portavoce militare di Israele secondo cui “al momento non ci sono cambiamenti nelle linee guida difensive dell’Home Front Command. Se verranno apportate modifiche, verrà rilasciato un aggiornamento”.
Nell’attacco mirato al Consiglio della Shura di Hezbollah (oltre che alla sala operativa del braccio militare del partito di Dio e delle Guardie rivoluzionarie iraniane) - secondo quanto riferito dai media israeliani - è stato ucciso Fouad Sukar, alto dirigente di Hezbollah, considerato il numero due dell’organizzazione guidata da Hassan Nasrallah. Media vicini a Hezbollah, ripresi dai siti israeliani, hanno confermato che un comandante delle milizie sciite è stato eliminato nell’attacco israeliano.
L’operazione dell’IDF è arrivata dopo giorni di tensione alle stelle, in Medio Oriente quanto nelle cancellerie internazionali. Le diplomazie, con in testa Washington, hanno lavorato per ottenere moderazione da entrambi i versanti. Hezbollah pubblicamente ha respinto la richiesta, ma saranno le prossime ore a dirlo.
In serata i capi della forza di mantenimento della pace delle Nazioni Unite in Libano e la coordinatrice speciale delle Nazioni Unite Jeanine Hannis-Plasschaert hanno parlato sia con il Libano che con Israele nel tentativo di impedire lo scoppio della guerra totale
CNN, Israele ha informato gli USA prima del raid su Beirut
Israele ha informato gli Stati Uniti prima dell’attacco alla roccaforte di Hezbollah. Lo scrive la CNN, citando una fonte vicina al dossier. La fonte ha detto che l’informazione è stata trasmessa da Israele tramite i canali di sicurezza, ma non ha indicato quando è stata data.
“Sukar, numero due di Hezbollah, ebbe un ruolo centrale anche nell’attacco nel 1983 alla caserma dei Marines a Beirut”
Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno detto che Shukr, noto anche come Hajj Mohsin, è il comandante di Hezbollah più anziano ucciso da Israele. Shukr faceva parte del Consiglio della Jihad, il massimo organo militare della milizia sciita sostenuta dall’Iran, ed era considerato il capo della sua divisione strategica. L’Idf ha spiegato che dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, Shukr ha gestito gli attacchi di Hezbollah contro Israele, tra cui la strage di Majdal Shams. E aggiungono che era “responsabile della maggior parte degli armamenti più avanzati di Hezbollah, tra cui missili a guida di precisione, missili da crociera, missili antinave, razzi a lungo raggio e droni”, oltre che “dell’accumulo di forze, della pianificazione e dell’esecuzione di attacchi terroristici contro lo Stato di Israele”. Shukr si è unito a Hezbollah nel 1985 e ha ricoperto diverse posizioni di alto livello, negli anni ‘90 ha portato avanti numerosi attacchi contro l’Idf e il South Lebanon Army, poi nel 2000, è stato coinvolto nel rapimento di tre soldati israeliani in un attacco nell’area del Monte Dov.
Secondo il Dipartimento di stato USA - riferito dai media israeliani - Fuad Sukar è stato consigliere militare del leader degli Hezbollah Hassan Nasrallah e ha avuto un “ruolo centrale” nell’attacco nel 1983 alla caserma dei Marines americani a Beirut che uccise 241 militari. Durante la guerra civile siriana “aiutò i combattenti e le truppe pro regime”.
Fonti arabe: “A Beirut 3 morti e colpito un ufficio dei Pasdaran”
Una fonte medica ha detto ad Al Jazeera che il raid israeliano a Beirut ha provocato la morte di tre libanesi e altri 25 feriti. Secondo quanto riferito da alcuni testimoni, nel raid è stato colpito un palazzo di otto piani, tre dei quali sono crollati.
Nel luogo dell’attacco, secondo altre fonti, si trova un ufficio di coordinamento di Hezbollah e delle Guardie rivoluzionarie iraniane. Il quotidiano libanese “Al-Mayadeen” ha riferito che l’attacco aveva come bersaglio anche un edificio residenziale e ne ha provocato il parziale crollo. L’altro obiettivo è stato colpito nelle vicinanze del Consiglio della Shura delle milizie sciite legate all’Iran.
Pochi minuti dopo l’attacco dell’IDF a Beirut il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato che “Hezbollah ha oltrepassato la linea rossa”.
Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva promesso pesanti ritorsioni contro Hezbollah per l’attacco missilistico di sabato sulle alture del Golan controllate da Israele, sebbene Hezbollah abbia negato qualsiasi ruolo nell’attacco.
Nelle ultime 72 ore tutti gli occhi erano puntati su Benjamin Netanyahu. Contro di lui la comunità drusa del Golan ha usato parole forti, esigendo disperatamente di essere protetta dai missili che arrivano quotidianamente dal Libano, dalla Siria e dai droni dell’Iraq. Contro cui non c’è protezione possibile perchè i confini con i primi due sono troppo vicini. In patria è stato accusato di “aver paura di Nasrallah” dagli amministratori delle cittadine del nord del Paese bersagliate tutti i giorni. Oltre che di debolezza per non aver evitato gli assalti dell’ultradestra a due basi militari in seguito all’arresto di nove riservisti per presunti abusi sessuali nei confronti di un comandante di Hamas. Tutto mentre a nord di Israele per buona parte della giornata sono piovuti attacchi dal Libano, con decine di razzi che hanno provocato la morte di un giovane di 30 anni.
Harris, Israele ha il diritto di difendersi da Hezbollah
“Israele ha il diritto di difendersi, e sostengo inequivocabilmente il diritto di Israele a rimanere sicura e a difendere la sicurezza di Israele”: lo ha detto la vicepresidente USA Kamala Harris. “Quello che sappiamo, in particolare, è che ha il diritto di difendersi da organizzazione terroristiche, qual è esattamente Hezbollah. Ma, detto questo, dobbiamo ancora lavorare a una soluzione diplomatica per porre fine a questi attacchi, e continueremo a farlo”, ha aggiunto.
Mosca, l’attacco a Beirut viola il diritto internazionale
Gli attacchi di Israele in Libano costituiscono una flagrante violazione del diritto internazionale. Lo ha detto il ministero degli Esteri russo all’agenzia Tass. “Questo attacco è una palese violazione del diritto internazionale”, ha denunciato il ministero.
L’Iran condanna il “feroce raid israeliano a Beirut”
L’Iran, alleato di Hezbollah, ha condannato il “feroce” raid israeliano a Beirut. “L’azione feroce dei criminali sionisti nella periferia di Beirut non può certamente fermare l’orgogliosa resistenza del Libano nell’onorevole percorso di sostegno ai palestinesi oppressi e di resistenza all’aggressione del regime di apartheid israeliano”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Nasser Kanani. Anche Hamas ha affermato in una dichiarazione di condannare fermamente l’attacco a Beirut affermando di considerarlo una “pericolosa escalation”, riporta Al Jazeera, secondo cui allo stesso modo, gli Houthi yemeniti hanno denunciato il raid israeliano definendolo una “palese violazione” della sovranità del Libano. Lo stesso premier libanese in un comunicato aveva dichiarato che L’attacco israeliano a Beirut rappresenta una “flagrante aggressione”.
Hezbollah lancia decine di razzi contro il nord d’Israele
Mentre a Beirut una forte esplosione ha colpito il sobborgo di Da’aheh, roccaforte di Hezbollah, i miliziani sciiti del partito di Dio si sono assunti la responsabilità di un nuovo attacco in territorio israeliano: dozzine di razzi Katyusha sono stati lanciati verso il nord di Israele, riferiscono i media arabi.
Sul fronte di Gaza, le truppe israeliane si sono ritirate da Khan Younis ritenendo le operazioni concluse con 150 miliziani uccisi, tunnel distrutti e cinque corpi di ostaggi riportati a casa. E una valutazione drammatica dell’Idf come per l’intero Israele: “Un certo numero di ostaggi morti probabilmente non verrà ritrovato mai più”. Appena usciti i battaglioni da Khan Younis, la difesa civile palestinese ha denunciato di aver ritrovato 300 cadaveri, molti in decomposizione. Non è stato spiegato se di quei 300 facessero parte anche i miliziani uccisi.
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