Il centrosinistra ha vinto le elezioni regionali sia in Emilia-Romagna sia in Umbria. In Emilia-Romagna, che resta dunque una roccaforte del Partito democratico, i risultati vanno ben oltre le previsioni della vigilia; Michele de Pascale, candidato del Pd sostenuto dal centrosinistra in versione campo larghissimo, ha sconfitto (con il 56,8% dei voti, risultati parziali) la sfidante, Elena Ugolini (40,1%, risultati parziali). Un risultato ben al di sopra del 51% che il centro-sinistra si era assicurato alle ultime elezioni del 2020. Il risultato dell’Umbria, invece, era meno scontato: la regione era stata un baluardo della sinistra fino a quando la destra non ha invertito la tendenza nel 2019, quando è diventata presidente della regione Donatella Tesei, esponente della Lega, partito anti-immigrati. Ma il regno della destra è durato solo un mandato, con Stefania Proietti, che oggi ha ottenuto la vittoria (51,1% dei voti, risultati parziali) su Donatella Tesei (46,2% dei voti, risultati parziali).
Il Pd esulta per le percentuali dem definite “straordinarie” dalla segretaria Elly Schlein, mentre il Movimento 5 stelle ha ottenuto un risultato ancora una volta deludente nei territori. Anche in questa occasione è pesata la disaffezione degli elettori: la tornata elettorale - seppur in due giorni - è stata dominata dall’astensionismo. In Emilia Romagna quello del non-voto si può addirittura definire il primo partito: si è espresso solo il 46,42% degli aventi diritto.
Un calo enorme, del 21%, rispetto alle precedenti regionali quando si recò ai seggi il 67,27% degli elettori. Poco meglio è andata in Umbria dove ha votato il 52,3%, comunque un dato ben al di sotto della precedente consultazione, dove l’asticella si fissò al 64,69%.
Le due votazioni, lo ricordiamo,si sono tenute una settimana dopo gli scontri scoppiati a Bologna, dove manifestanti neofascisti hanno sfilato in pieno centro città, contrastati da gruppi di antifascisti. Agli episodi sono seguite aspre polemiche politiche. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha accusato il governo di aver mandato teppisti di destra per fomentare i disordini. Il leader della Lega, Matteo Salvini, vice primo ministro, ha negato l’accusa e ha definito i manifestanti di sinistra “zecche comuniste”, un insulto usato dai neofascisti a partire dagli anni ‘70.
Dopo i risultati alle urne odierni, “Elly Schlein ha commentato: Uniti si vince”. La segretaria del PD da Bologna, dopo aver festeggiato la vittoria - chiarissima sin dagli exit poll - di Michele de Pascale si è spostata a Perugia per celebrare l’exploit di Stefania Proietti. La leader del PD ha dichiarato: “Questo è un segno di dove possiamo arrivare quando siamo uniti e concentrati su un obiettivo”, riconoscendo come le profonde divisioni tra i partiti di opposizione abbiano in passato aiutato la destra a consolidare la sua presa su gran parte dell’Italia.
La prima ministra Giorgia Meloni (di Fratelli d’Italia), che partecipa al G20 in Brasile, ha ammesso la sconfitta lunedì e ha detto di sperare in un rapporto costruttivo sia con de Pascale che con Proietti.
Il risultato è ora guardato con grande interesse anche a livello nazionale, perché considerato un test sulla forza dei partiti. Nelle letture degli opinionisti, si segnala un trend interessante per il centrosinistra, che sicuramente farà aprire una riflessione nelle fila del centrodestra, guidato dal partito di Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia infatti, spiega il direttore di Youtrend Lorenzo Pregliasco, “cala rispetto a europee e politiche, pur essendo superiore rispetto alle ultime regionali, quando ancora non c’era stato l’exploit meloniano”.
Da notare inoltre il sorpasso di Forza Italia sulla Lega sia in Umbria che in Emilia Romagna. Conciso il commento del leader della Lega Matteo Salvini: “gli elettori hanno sempre ragione”.
Certamente è il Pd il vero vincitore della competizione: quasi doppiato Fratelli d’Italia in Emilia Romagna (42,90% contro 23,80%) ma molto avanti anche in Umbria (31,08 dei dem contro il 19,49% di FdI) secondo dati non definitivi.
Dati che andranno analizzati con calma nel centrodestra: infatti, la premier si limita a riconoscere la sconfitta augurando buon lavoro ai nuovi governatori auspicando “collaborazione”, mentre la linea del partito è ricordare che questo triplo scontro regionale - iniziato dalla Liguria - è finito “2 a 1”.
Nel fronte dei Cinque stelle si pensa più alla Costituente. Il leader Giuseppe Conte parla di “vittoria strepitosa” di Stefania Proietti e sottolinea come la destra “si possa battere con interpreti seri, responsabili, convincenti e con un progetto credibile e concreto”.
Intanto Michele de Pascale si rimbocca le maniche e lancia segnali di collaborazione alla premier chiedendogli un incontro in tempi rapidi: “c’è stato un anno mezzo di polemiche politiche, di scontri, di attacchi, a volte anche di notizie false, ora - ha sottolineato - serve uno scatto repubblicano, serve che il presidente della Regione Emilia-Romagna e la presidente del Consiglio stringano un patto repubblicano, questa terra ne ha bisogno”.
Le percentuali “bulgare” di de Pascale confermano la bontà della scelta di tenere unita la coalizione del centrosinistra.
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