Il reportage

Ritorno in Siria, ma non per tutti

La Turchia agevola il passaggio alla frontiera dei molti rifugiati che negli anni si sono stabiliti entro i suoi confini; c’è però chi non è convinto di tornare in patria

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Dalla Turchia alla Siria, solo andata

RSI Info 17.12.2024, 05:51

  • Italo Rondinella
Di: Italo Rondinella 

Ora che il regime degli Assad è caduto, si apre un nuovo capitolo nella grande storia politica della Siria. Ma nuovi capitoli si scriveranno anche nelle storie particolari dei 3 milioni di rifugiati siriani che attualmente vivono in Turchia. La mattina dell’8 dicembre 2024, come i loro connazionali nelle strade di Damasco, Aleppo e Homs, sono scesi in piazza a Istanbul, Gaziantep e altre città turche per festeggiare il giorno che molti di loro credevano non sarebbe mai arrivato. Da quando - a partire dal 2011 - è iniziato l’esodo dei cittadini siriani verso la Turchia il numero massimo di rifugiati secondo le cifre ufficiali ha superato di poco i 4 milioni. Una piccola parte di loro è riuscita a raggiungere l’Europa; tra coloro che ci hanno provato, come è tristemente noto alle cronache, molti hanno perso la vita tra le acque del Mediterraneo. Il ministro dell’Interno turco, Ali Yerlikaya, ha recentemente affermato che, dal 2016, circa 700’000 siriani sotto protezione temporanea sono tornati nel loro Paese. Il destino di quelli rimasti rappresenta per la politica turca una questione di grande rilevanza strategica. In un periodo di grave e persistente crisi economica, questo è forse l’unico argomento rispetto al quale sia i partiti della coalizione di governo che quelli dell’opposizione sono allineati: rimandare i siriani a casa loro.

La caduta di Assad favorisce evidentemente questo obiettivo. In queste ore - come afferma ancora Yerlikaya - è stata potenziata la capacità giornaliera di gestire i rimpatri volontari in modo sicuro e dignitoso ai valichi di frontiera, passando da 3’000 a 20’000 unità giornaliere. Da domenica scorsa, in effetti, i più disperati si sono affrettati a rientrare, affollando sia il valico di Cilvegözü, nella provincia di Hatay, che quello di Öncüpınar, nella provincia di Kilis. La stragrande maggioranza degli altri - il 40 % dei quali sono nati o cresciuti in Turchia - non sembra motivata a rientrare tempestivamente in patria, almeno fino a quando la situazione in Siria non dia garanzie di stabilità.

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