In Siria le famiglie di decine di migliaia di ex-oppositori di Assad, forse anche di più, continuano a cercare i loro cari. Di alcuni sono stati trovati i cadaveri, altri invece sono miracolosamente usciti vivi dalle prigioni aperte dai ribelli nei giorni scorsi. La maggior parte risulta però ancora dispersa, come testimoniato dal reportage della RSI girato all’interno del famigerato carcere di Saydnaya (avvertiamo che alcune immagini potrebbero urtare la sensibilità di alcuni spettatori).
Prima ancora di arrivare all’interno delle prigioni, i familiari si rivolgono agli ospedali, come quello di Al Tal, alla periferia nord di Damasco. Davanti alle liste degli ex-prigionieri politici affisse sui muri ci sono padri, madri, mogli, figli, fratelli che cercano disperatamente notizie dei loro cari e questo perchè nei giorni scorsi molti detenuti sono passati proprio dagli ospedali.
Tra loro, il TG della RSI ha dato voce a Jabr Freh alla ricerca dei suoi due fratelli, arrestati più di 10 anni fa. Oggi è convinto che almeno uno dei suoi due fratelli sia nella famosa prigione di Saydnaya. “Sono venuto a Damasco da Hasàka, dall’altra parte del Paese, quando ho visto in televisione Gilal che usciva proprio dal carcere di Saydnaya. Non so altro”, ha riferito ai microfoni del Telegiornale. Nel cortile ci sono diverse persone, Jabr inizia a guardare i documenti ufficiali, le liste dei prigionieri recuperate negli uffici delle guardie scappate all’arrivo dei ribelli e fanno lo stesso anche altre famiglie arrivate da tutta la Siria.
Nella prigione girano diversi ribelli e alcuni sono presenti anche per cercare i loro parenti arrestati e scomparsi nel nulla ormai da anni. Dall’inizio degli anni ‘80 a Saydnaya finivano soprattutto gli oppositori politici, sui muri sono presenti le corde per le impiccagioni e una pressa utilizzata per torturare i prigionieri. L’interno del carcere, come mostrano le immagini riprese dalla RSI, è un continuo via vai di familiari di persone scomparse, con alcuni che tornano anche più volte nello stesso luogo.
“Sono totalmente frustrato. Non ho trovato nulla, ho perso ogni speranza”, ha riferito Jabr Freh. Il regime siriano è caduto, le sue atrocità si faranno sentire ancora per generazioni.
Il reportage completo è visibile nel servizio del Telegiornale (avvertiamo che alcune immagini potrebbero urtare la sensibilità di alcuni spettatori).