APPROFONDIMENTO

Russia, 25 anni fa il voto che incoronò lo “zar”

È passato un quarto di secolo da quel 26 marzo del 2000 che vide Vladimir Putin eletto per la prima volta al Cremlino - La Russia è cambiata radicalmente

  • 26 marzo, 05:47
  • 26 marzo, 07:11
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Vladimir Putin a Mosca il 13 marzo 2025

  • EPA/MAXIM SHEMETOV/POOL
Di: ats/joe.p. 

Sono passati esattamente 25 anni da quel 26 marzo del 2000 che vide Vladimir Putin eletto per la prima volta al Cremlino. Un quarto di secolo che ha visto la Russia cambiare radicalmente, sotto una deriva autoritaria che ha ormai trasformato le presidenziali russe in un evento di regime per rafforzare il suo controllo sul Paese.

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Vladimir Putin festeggia la vittoria alle presidenziali: 27 novembre 2011

  • AP Photo/Alexander Zemlianichenko

Quelle del 2024 sono state infatti elezioni macchiate da accuse di brogli, da un opaco voto elettronico e dal fatto che le urne fossero aperte persino nelle regioni ucraine occupate dalle truppe russe. Elezioni ufficialmente vinte da Putin con quasi il 90% dei voti. In una Russia in cui tutti i principali oppositori sono in esilio o ingiustamente dietro le sbarre. O sono morti, come Alexei Navalny e Boris Nemtsov. Una Russia in cui schierarsi contro la guerra in Ucraina ordinata da Putin può costare fino a 15 anni di reclusione.

Quando vinse le elezioni del 2000 Putin era già presidente ad interim. Era infatti premier da quattro mesi quando, il 31 dicembre del 1999, Boris Eltsin si dimise con un discorso a sorpresa in tv lasciandogli le chiavi del Cremlino. Precedentemente l’ex ufficiale del KGB (servizi segreti) era stato per otto mesi a capo dell’intelligence e per cinque segretario del Consiglio di sicurezza.

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Un giovane Vladimir Putin balla con una ragazza (il suo nome era Elena, ndr.) a San Pietroburgo nel 1969

  • EPA/STRINGER

In questo quarto di secolo di Putin al potere ci sono state la seconda guerra cecena, le terribili stragi del teatro Dubrovka di Mosca e della scuola di Beslan. Nel 2006 vengono uccisi la giornalista Anna Politkovskaya e l’ex ufficiale dei servizi russi Alexandr Litvinenko, diventato una voce critica nei confronti del Cremlino.

Putin intanto consolida sempre più il controllo sui mass media e inasprisce la repressione. Nel 2003 il magnate del petrolio Mikhail Khodorkovsky, considerato un possibile sfidante di Putin, viene arrestato con accuse di “frode ed evasione fiscale” da molti ritenute di ovvia matrice politica.

Nel 2008, alla fine del suo secondo mandato presidenziale consecutivo, Putin è costretto dalla Costituzione a non ricandidarsi. Diventa premier, ma la poltrona presidenziale passa a un suo fedelissimo, Dmitri Medvedev.

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Vladimir Putin e Dmitry Medvedev: colazione alla Bocharov Ruchei residence a Sochi

  • PA/EKATERINA SHTUKINA/RIA NOVOSTI

Putin torna subito al Cremlino già nel 2012 e da allora rafforza la sua posizione cambiando la Costituzione in modo da allungare il mandato presidenziale da 4 a 6 anni. Poi cancella di fatto per sé, e solo per sé, il limite di due incarichi consecutivi riservandosi la possibilità di candidarsi nel 2024 e ancora nel 2030.

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Vladimir Putin prende il sole durante una battuta di pesca in Siberia nell'agosto del 2019

  • EPA/ALEXEI NIKOLSKY

La repressione continua. Mentre a livello internazionale si fanno sempre più tesi i rapporti con l’Occidente, almeno fino al ritorno di Trump alla Casa Bianca. Dopo la rivolta di Maidan, che in Ucraina costringe alla fuga il presidente filorusso Viktor Yanukovich, nel 2014 la Russia si annette illegalmente la Crimea con un intervento armato e un controverso referendum. Poco dopo scoppia la guerra del Donbass, in Ucraina orientale, dove Mosca è accusata di appoggiare i miliziani separatisti.

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Vladimir Putin a Ginevra nel 2021

  • KEYSTONE/REUTERS POOL/Denis Balibouse

Nel 2022 le truppe russe lanciano l’aggressione militare su larga scala che sta martoriando l’Ucraina e in cui hanno perso la vita decine di migliaia di persone. Due anni dopo il rivale numero uno di Putin, Alexei Navalny, muore in carcere in circostanze poco chiare: una morte dietro la quale si staglia prepotente l’ombra del Cremlino e per la quale l’opposizione russa punta il dito direttamente contro il regime.

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Trump punta sulla volontà di Mosca di normalizzare le relazioni con Washington

  • Keystone

E arriviamo alle ultime settimane di marzo del 2025, durante le quali il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha intensificato gli sforzi per facilitare la pace tra Russia e Ucraina. Putin sembra disposto a negoziare, ma continua a legare la pace a concessioni che non sono facilmente accettabili per le altre parti coinvolte, in particolare per l’Ucraina.

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Domani telefonata Trump-Putin

Telegiornale 17.03.2025, 12:30

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