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Sanders e Warren su tutti

Prima serata di dibattito-fiume a Detroit tra i tanti candidati democratici nella corsa alla Casa Bianca dell'anno prossimo

  • 31 luglio 2019, 09:10
  • 9 giugno 2023, 14:11

RG 07.00 del 31.07.2019 - La corrispondenza di Emiliano Bos

RSI Info 31.07.2019, 09:04

  • reuters
Di: AFP/ANSA/Reuters/EnCa

Si è chiusa quando in Svizzera si era alle prime ore dell’alba la prima serata del secondo dibattito democratico tra i candidati alla Casa Bianca, con Bernie Sanders ed Elizabeth Warren che sono usciti “vincitori” di questa sfida: incisivi e precisi si sono difesi senza troppi problemi dagli attacchi degli aspiranti moderati.

La schiera dei candidati democratici presentatisi al dibattito martedì a Detroit

La schiera dei candidati democratici presentatisi al dibattito martedì a Detroit

  • Reuters

Sanders e Warren hanno fatto fronte comune, deludendo chi si aspettava uno scontro fra i due. Pete Buttigieg, pur non brillando si è dimostrato disinvolto e ha segnato una buona perfomance, mentre ha deluso ancora una volta Beto O'Rourke: anche se leggermente più incisivo, la sua presenza sul palco passa quasi inosservata. E’ stata più in evidenza Marianne Williamson che, pur parlando per pochi minuti, incassa applausi scroscianti quando chiamata in causa sul razzismo e sulla crisi dell'acqua inquinata a Flint, in Michigan.

Sanders ha inoltre spiegato di non correre “solo per battere il razzista Donald Trump, ma per forti cambi strutturali nella nazione”, cambi “veri a partire dal 2021” che ha promesso anche Elizabeth Warren.

L’argomento dell’età è stato un altro argomento chiave della serata, Pete Buttigieg e Bernie Sanders si sono trovati d'accordo nel dire che la presidenza non è una questione di anagrafe ma di visione. Buttigieg è il candidato più giovane alla Casa Bianca con i suoi 37 anni. “Pete ha ragione. E' una questione di prospettive” gli ha fatto eco Sanders, uno dei candidati più anziani insieme all'ex vicepresidente Joe Biden.

Il dibattito si è tenuto a Detroit, nel Michigan, e la scelta non è stata casuale. Il partito democratico ha infatti mostrato di voler spingere e investire negli Stati in cui Hillary Clinton ha perso nel 2016. Per quanto il Michigan sia andato a Donald Trump per soli 11'000 voti, la Clinton è stata la prima candidata alla presidenza a perdere lo Stato in 28 anni.

L'attesa sale ora per la seconda serata dopo la quale si inizieranno a tirare le somme e, probabilmente, si sfoltirà il campo dei candidati. Per ottenere l'accesso al dibattito di settembre i requisiti fissati sono più stringenti e, per ora, li centrano soltanto in sette. Per chi perde l'occasione di imporsi nel secondo dibattito la partita per la Casa Bianca potrebbe essere chiusa.

RG 18.30 del 30.07.2019 L'intervista di Emiliano Bos a Muthoni Wambu Kraal direttrice politica e organizzativa del Partito democratico

RSI Info 30.07.2019, 20:30

Duello tra i candidati democratici alla Casa Bianca

Telegiornale 31.07.2019, 22:00

Da Washington Andrea Vosti

Telegiornale 31.07.2019, 22:00

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