Il Partito filo islamista della giustizia e dello sviluppo (PJD) al Governo in Marocco ha subito una bruciante sconfitta da parte dei partiti liberali alle legislative svoltesi ieri, mercoledì, nel Paese nordafricano.
Il PJD ha perso ben 113 seggi, passando da 125 a 12 (sui 395 totali della Camera dei rappresentanti marocchina), di gran lunga dietro i rivali liberali: il Raggruppamento nazionale degli indipendenti (NRI) del miliardario Aziz Akhannouch con 97 seggi, il Partito Autenticità e Modernità (PAM) con 82 e il Partito dell'Indipendenza (centrodestra) con 78. L'affluenza alle urne è stata del 50,35% rispetto al 43% delle precedenti elezioni legislative tenute del 2016.
Per la prima volta, in occasione dello scrutinio per le legislative, la ripartizione dei 395 seggi della Camera è avvenuta sulla base di un calcolo legato al numero totale degli elettori iscritti. Prima la formula per la distribuzione dei seggi considerava solo i voti validi. Re Mohammed VI, che ha trasferito parte dei suoi poteri al parlamento e al Governo dopo una riforma costituzionale del 2011, conserva tuttavia l’ultima parola in molti ambiti. Tra questi quello della nomina dei ministri chiave e guida la politica nazionali in settori quali l’agricoltura, l’energia o l’industria così come spetta la sovrano la guida sulla sicurezza nazionale e per gli affari religiosi.