"In Ucraina sono stati commessi dei crimini di guerra". È questa la conclusione a cui è giunta la commissione indipendente d'inchiesta a cui l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) aveva chiesto, lo scorso maggio, di effettuare un'indagine sul terreno.
La commissione - come riferito, venerdì, dal presidente Erik Mose davanti al Consiglio per i diritti umani a Ginevra - ha denunciato l'uso russo di "armi esplosive ad ampio raggio" che hanno causato "danni e sofferenze enormi ai civili" e un importante numero di esecuzioni.
Sul terreno sono pure state raccolte testimonianze "coerenti" relative a torture commesse durante detenzioni illegali da parte delle forze russe: si parla di percosse, scosse elettriche o nudità forzata. L'esercito russo avrebbe anche perpetrato violenze sessuali, pure su bambini di appena quattro anni.
La commissione ha inoltre rilevato alcuni casi di abusi da parte dell'esercito ucraino contro soldati russi.
Gli inquirenti indipendenti hanno svolto l'indagine nelle regioni di Kiev, Chernihiv, Kharkiv e Sumy, dove hanno visitato decine di siti e hanno ascoltato oltre 150 vittime e testimoni. Non hanno invece avuto la possibilità di confrontarsi con le autorità russe.
Nel suo intervento video all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, mercoledì, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto una "punizione giusta" per i crimini della Russia in Ucraina, rilanciando la sua richiesta di un tribunale speciale contro i crimini commessi dai russi nel suo Paese e per un indennizzo.
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