In un periodo già carico di tensioni politiche, l’Italia registra una nuova polemica legata alla gestione della programmazione della RAI, il servizio pubblico radiotelevisivo. Questa sera, un atteso monologo del noto scrittore Antonio Scurati, incentrato sul fascismo, era in programma per essere trasmesso su RaiTre. Ma stamani, a sorpresa, la conduttrice Serena Bortone ha annunciato tramite i social media la cancellazione dell’intervento, senza fornire spiegazioni immediate.
La decisione ha scatenato immediatamente reazioni da parte delle opposizioni e di diversi giornalisti, che hanno sollevato accuse di censura. In risposta, la RAI ha escluso motivazioni politiche dietro la decisione, citando invece ragioni “di natura economica e contrattuale”, legate a compensi maggiori rispetto a quelli preventivati. Nonostante la smentita ufficiale, la tempistica della cancellazione — mentre mancano pochi giorni al 25 aprile, anniversario della Liberazione d’Italia dal nazifascismo — e l’attuale contesto politico hanno alimentato ulteriori polemiche.
La controversia si è intensificata quando il testo del monologo di Scurati è stato pubblicato sul sito di Repubblica, rivelando critiche esplicite nei confronti di Fratelli d’Italia, il partito della premier Giorgia Meloni, accusato di non aver adeguatamente preso le distanze dal suo passato neofascista e di voler riscrivere la storia. In seguito è stata la stessa premier a pubblicare su Facebook il testo di Scurati, accusando la sinistra di speculare sulla vicenda.
Il caso si è innestato in un più ampio dibattito sulla parità di trattamento mediatico in vista delle Elezioni europee di giugno. La maggioranza ha infatti proposto di non applicare la par condicio ai rappresentanti di governo, permettendo loro apparizioni televisive senza limitazioni di tempo o contraddittorio. Ciò ha innescato ulteriori tensioni, sfociate nell’annuncio di uno sciopero da parte del sindacato dei giornalisti RAI.
Attaccata a livello politico, la RAI è confrontata anche a problemi di gestione interna. Dopo i recenti passaggi alla concorrenza di volti noti come Fabio Fazio e Amadeus, e una perdita di competitività rispetto a Mediaset, l’immagine dell’azienda appare indebolita. Nulla però a confronto delle accuse di censura e di essersi trasformata, a detta dei critici, in “Telemeloni”.