Continuano in Francia le indagini sugli attacchi perpetrati venerdì a Trèbes e a Carcassonne, nel sud-ovest del paese, e che hanno provocato la morte di quattro persone.
Il nostro inviato, Davide Mattei, ha ripercorso i luoghi dove Reduan Laktim, 25enne marocchino, ha lasciato dietro sé una lunga scia di sangue: dalla periferia di Carcassone dove l’uomo, che si sarebbe avvicinato all’Islam radicale in pochissimo tempo, ha rubato un’automobile, fino al supermercato dove è stato abbattuto non prima però di uccidere tre persone. La quarta, il gendarme-eroe che si è offerto al posto degli ostaggi, è deceduta questa mattina a seguito delle gravi ferite riportate.
La troupe della RSI si è pure recata nel palazzo popolare dove l’attentatore viveva con la famiglia. Qui, gli investigatori hanno trovato manoscritto che citava Daesch, l’acronimo arabo dello Stato islamico, anche se in modo molto confuso.
“Non era un terrorista, ma sicuramente c’era qualcosa che non andava nella sua testa”, ci dice un vicino di Laktim che parla italiano.
Mentre Mattei parla con le persone nel palazzo qualcuno inizia ad urlare. Due ragazzi chiudono la porta e poi cacciano il nostro inviato ed il suo videomaker in malo modo. Calci e spintoni: vogliono che i media se ne vadano.
TG/ludoC