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Svolta ambientalista in Groenlandia

Il partito Inuit Ataqatigiit, contrario allo sfruttamento di un maxi-giacimento di terre rare e uranio, ha vinto le elezioni

  • 7 aprile 2021, 14:12
  • 10 giugno 2023, 09:59

RG 12.30 del 07.04.2021 - Il servizio di Elena Boromeo

RSI Info 07.04.2021, 14:10

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Di: RG/eb

Le elezioni legislative in Groenlandia hanno decretato la vittoria del partito ecologista contrario allo sfruttamento di un grande giacimento minerario che aveva attirato gli interessi delle potenze straniere. Il partito di sinistra Inuit Ataqatigiit (IA), infatti, che finora sedeva tra i banchi dell’opposizione, ha vinto con il 37% dei voti contro lo schieramento socialdemocratico Siumut, che ha detenuto quasi ininterrottamente il potere dal 1979 a oggi.

In gioco non c’erano solo i 31 seggi del piccolo parlamento groenlandese, ma soprattutto il destino del maxi-giacimento di Kvanefjeld. Ovvero il secondo deposito più grande al mondo di terre rare: elementi sempre più richiesti dall'industria. Per fare un esempio, tra questi c'è il neodimio, un metallo molto utilizzato nella costruzione di auto elettriche e pale eoliche. Motivo per cui nel progetto erano già confluiti diversi capitali stranieri.

La gioia dei vincitori, il partito Inuit Ataqatigiit

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La compagnia australiana Greenland Minerals, in partnership con una società cinese, ha già speso diverse decine di milioni di dollari negli studi legati allo sfruttamento del sito minerario e alla messa in sicurezza dal punto di vista ambientale. Un progetto che, grazie alle ricadute economiche, secondo i sostenitori avrebbe potuto spianare la strada all’indipendenza della Groenlandia dalla Danimarca.

Ma la prospettiva non ha convinto gli abitanti. A preoccupare è soprattutto l'estrazione di uranio come sottoprodotto dallo stesso sito minerario. E proprio sul rischio di inquinamento radioattivo ha fatto leva il partito Inuit Ataqatigiit, che durante la campagna si è impegnato pubblicamente a fermare il progetto. E che ora che è al potere dovrà fare i conti con i crescenti interessi stranieri per le risorse nascoste sotto il manto ghiacciato dell’isola.

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