"Il mondo va verso un aumento della temperatura di 3,2 gradi dai livelli preindustriali, andando incontro al grande rischio di eventi climatici distruttivi". È il monito lanciato dall'ultimo rapporto dell'UNEP, Agenzia per l'ambiente dell'ONU.
RG 12.30 del 26.11.2019 La corrispondenza di Gabriele Fontana
RSI Info 26.11.2019, 13:30
Contenuto audio
Le emissioni, ricorda lo studio "Emission Gap 2019", sono aumentate dell'1,5% all'anno nell'ultimo decennio. L’imperativo è tagliarle del 7,6% ogni anno dal 2020 al 2030, per contenere entro fine secolo l'aumento medio della temperatura di 1,5 gradi, come auspicato dall'accordo di Parigi sul clima. Se l’obiettivo fosse contenere l'aumento della temperatura globale entro i 2 gradi, gli Stati dovrebbero triplicare i livelli degli obiettivi climatici che vengono aggiornati ogni cinque anni, mentre se il target fosse quello dei +1,5 gradi, gli sforzi dovrebbero essere quintuplicati.
A novembre 2020, in occasione della Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul clima che si terrà a Glasgow, i Paesi che hanno sottoscritto l'accordo di Parigi dovranno indicare nuovi ulteriori impegni di riduzione da raggiungere entro il 2030. Il direttore esecutivo dell'UNEP, Inger Andersen, avverte che "non si può aspettare sino alla fine del 2020".
"Ciascuno deve agire adesso tagliando i gas serra quanto più possibile e quanto prima" - rileva Andersen - "Altrimenti l'obiettivo dell'1,5° sarà ormai fuori portata prima del 2030, perché ogni anno di ritardo oltre il 2020 comporterebbe la necessità di tagli più rapidi, più costosi, improbabili e poco pratici".
I paesi del G20 rappresentano in totale il 78% di tutte le emissioni, ricorda l’UNEP, ma solo cinque si sono impegnati a raggiungere zero emissioni entro il 2050.
Onu, nuovo allarme climatico
Telegiornale 26.11.2019, 21:00