Il fondatore e capo del servizio di messaggistica Telegram, Pavel Durov, si è scagliato giovedì contro la Francia che lo ha arrestato e messo sotto inchiesta per contenuti illegali sull’applicazione. Ha dichiarato di trovare “sorprendente” essere ritenuto responsabile di contenuti pubblicati da altre persone.
“Utilizzare leggi dell’era pre-smartphone per accusare un direttore di crimini commessi da terzi sulla piattaforma che gestisce è un approccio sbagliato”, ha dichiarato il 39enne miliardario in un lungo messaggio su Telegram. Sono le sue prime parole dopo l’arresto.
Ha inoltre denunciato le affermazioni secondo cui “Telegram sia una sorta di paradiso anarchico”, definendole “assolutamente false”. “Ogni giorno cancelliamo milioni di messaggi e canali dannosi”, ha insistito Durov. Ha pure respinto le accuse francesi secondo cui Parigi non avrebbe ricevuto alcuna risposta da Telegram alle sue richieste, affermando di aver aiutato personalmente le autorità francesi a “creare una hotline con Telegram per affrontare la minaccia terroristica in Francia”.
“Più utenti significa più abusi, ma miglioreremo”
Adottando un tono più conciliante alla fine del suo messaggio, Durov ha riconosciuto che il forte aumento del numero di utenti di Telegram - ora stimati da lui stesso in 950 milioni in tutto il mondo - ha creato una situazione che ha “reso più facile per i criminali abusare della nostra piattaforma”.
“Per questo motivo mi sono posto l’obiettivo personale di garantire che le cose migliorino significativamente in questo senso”, ha detto, aggiungendo che la questione è stata analizzata “internamente” e che ulteriori dettagli saranno resi noti in futuro.
“Rimosse alcune funzioni utilizzate in modo improprio”
Le prime misure sono quindi state annunciate dallo stesso Durov in un post su Telegram, venerdì pomeriggio. “Lo 0,001% coinvolto in attività illecite crea una cattiva immagine negativa per l’intera piattaforma, mettendo a rischio gli interessi di quasi un miliardo di utenti”, scrive l’imprenditore tecnologico, annunciando di aver disabilitato alcune funzionalità “che sembrano essere state usate in modo improprio da utenti anonimi”.
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Due volte a settimana in commissariato
Dopo quattro giorni di detenzione, Durov - cittadino russo, francese ed emiratino - è stato accusato di numerosi reati relativi alla sua applicazione di messaggistica e gli è stato vietato di lasciare il Paese. È anche sotto stretto controllo giudiziario, ha dovuto pagare una cauzione di cinque milioni di euro e deve presentarsi al commissariato di polizia due volte alla settimana.
Da Mosca, il portavoce della presidenza russa Dmitri Peskov ha avvertito che questo procedimento contro un “cittadino russo” non deve “trasformarsi in una persecuzione politica”.
Fondata nel 2013, Telegram - che ha sempre affermato di rispettare le leggi europee - si è impegnata a non rivelare mai informazioni sui propri utenti.
Francia, Durov libero su cauzione
Telegiornale 29.08.2024, 12:30