La corsa contro il tempo è continuata tutta la notte in Turchia e nel nord della Siria per salvare i sopravvissuti dei violenti terremoti che lunedì hanno devastato la regione, provocando diverse migliaia di morti, mentre i feriti sono oltre 15'000.
Secondo l'ultimo rapporto ufficiale - che continua ad aggravarsi - a oltre un giorno dalla prima delle scosse di magnitudo oltre 7 gradi Richter avvertite fino in Libano, a Cipro e nel nord dell'Iraq, sono morte oltre 5'000 persone, tra cui 3'419 in Turchia, secondo l'ente pubblico per la gestione dei disastri (AFAD), citato dai media locali, mentre sono quasi 1'600 i morti accertati in Siria.
Durante la notte soccorritori hanno lottato duramente al freddo, sotto la pioggia battente o la neve, a volte a mani nude, per salvare ogni vita che poteva essere salvata, come il bambino di sette anni che è uscito dalle rovine di Hatay (nel sud), alla frontiera siriana, dopo oltre venti ore passate al gelo. Il maltempo che incombe sull'Anatolia complica infatti le operazioni di soccorso e rende ancora più amara la sorte dei sopravvissuti, tremanti nelle tende o intorno a bracieri improvvisati.
E a 28 ore dal sisma una donna e i suoi tre figli sono stati estratti ancora vivi dalle macerie di un edificio crollato nel distretto Nizip di Gaziantep, nel sud della Turchia. Lo riportano i media locali.
Arrivano soccorritori e aiuti internazionali
Gli aiuti internazionali alla Turchia dovrebbero però cominciare ad arrivare martedì con le prime squadre di soccorritori da tutto il mondo. Il presidente americano Joe Biden ha promesso al suo omologo Recep Tayyip Erdogan "tutto l'aiuto necessario, qualunque esso sia". Secondo quanto ha spiegato il presidente turco, sono 45 le nazioni che hanno offerto il loro aiuto, Ucraina compresa.
In Siria, invece, l'appello lanciato dalle autorità di Damasco è stato ascoltato soprattutto dall'alleato russo, che ha promesso squadre di soccorso "nelle prossime ore", mentre secondo l'esercito di Mosca oltre 300 soldati sono già nei luoghi in cui prestare soccorso. Anche l'ONU ha reagito, ma ha insistito sul fatto che gli aiuti forniti sarebbero andati "a tutti i siriani in tutto il territorio", parte del quale non è sotto il controllo del Governo di Assad.
In queste aree controllate dai ribelli, al confine con la Turchia, nella Siria nord-occidentale, sono stati contati almeno 700 morti. E approfittando del caos creato dal terremoto, una ventina di presunti combattenti del sedicente Stato islamico (IS) sono fuggiti da una prigione militare a Rajo, località controllata da ribelli filoturchi.
Cinquemila edifici sbriciolati solo in Turchia
I bilanci su entrambi i lati del confine hanno continuato ad aumentare e data l'entità del danno avrebbero dovuto aumentare con il progredire della ricerca. Solo in Turchia le autorità hanno contato quasi cinquemila edifici crollati. E il drastico calo delle temperature complica la situazione dei feriti, bloccati tra le macerie e minacciati da un concreto pericolo d’ipotermia. Del resto, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato di aspettarsi il peggio e di temere "bilanci delle vittime otto volte superiori alle cifre iniziali".
Nella giornata di lunedì si sono registrate non meno di 185 scosse di assestamento, successive alle prime due più forti, ossia quella di 7,8 avvenuta di notte (alle 2.17 ora svizzera) e la seconda, di magnitudo 7,5, a mezzogiorno - entrambe nel sud-est della Turchia.
I dormitori sono stati aperti dalle autorità locali in palestre o collegi o persino nelle moschee per accogliere i sopravvissuti. Ma per paura di nuovi terremoti, molti residenti hanno preferito passare la notte all'aperto, come a Sanliurfa, nel sud-est della Turchia: "Chi non ha paura? Tutti hanno paura!", assicura Mustafa Koyuncu, 55 anni, stipato con moglie e cinque figli nell'auto di famiglia.
Catena della solidarietà, appello alle donazioni
Di fronte all'ampiezza della catastrofe che ha colpito lunedì Turchia e Siria, la Catena della solidarietà ha aperto un conto e lanciato un appello alle donazioni. Inoltre, è già in contatto con organizzazioni partner in Siria, che operano da anni per sostenere la popolazione colpita dalla guerra. In Turchia sono soprattutto Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ad essere presenti. I dettagli utili si trovano su https://www.catena-della-solidarieta.ch/
Terremoto devastante
Telegiornale 06.02.2023, 21:00