La collisione fra due aerei su una pista dell’aeroporto di Tokyo-Haneda, martedì, è stata probabilmente causata da un errore umano. Stando ai dati delle comunicazioni fra la torre di controllo e i due piloti - diffusi dal Ministero dei trasporti e citati dall’agenzia Kyodo - l’Airbus della Japan Airlines aveva ricevuto l’autorizzazione per l’atterraggio (come peraltro già ribadito dalla compagnia stessa), mentre il Bombardier Dash-8 della guardia costiera non avrebbe avuto il permesso di immettersi sulla medesima pista per il decollo. Il comandante di quest’ultimo - unico sopravvissuto a bordo, anche se gravemente ferito - aveva dichiarato il contrario.

Il velivolo della guardia costiera, andato completamente distrutto
L’inchiesta delle autorità dell’aviazione nipponica - a cui parteciperanno anche quatto inquirenti specializzati francesi e cinque consiglieri tecnici della compagnia produttrice del velivolo di linea - è ancora agli inizi. Parallelamente, indaga anche la polizia su un’eventuale negligenza professionale. Non ci sono quindi ancora conclusioni definitive sulla dinamica dell’accaduto e un esperto giapponese, Hiroyuki Kobayashi, ex pilota della stessa JAL, ha avvertito che spesso a causare simili incidenti concorrono più cause.
Nello scontro, come detto, sono perite cinque delle sei persone a bordo del Bombardier della guardia costiera, che doveva portare aiuti ai terremotati di Niigata. Le 379 persone a bordo dell’Airbus, invece, grazie alla prontezza dell’equipaggio nel procedere all’evacuazione si sono tutte salvate prima che l’apparecchio fosse divorato dalle fiamme.