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Trasferimento dei migranti in Albania, il governo Meloni ci riprova

Il ministero dell’Interno: la nave militare Cassiopea, con 49 migranti, verso Shengjin - In precedenza il tribunale di Roma aveva bocciato i trattenimenti

  • Ieri, 18:56
  • Ieri, 23:38
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Foto d'archivio

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Di: ATS/M. Ang. 

Il ministero dell’interno italiano ha reso noto che 49 migranti sono stati imbarcati sulla nave militare Cassiopea per il trasferimento nei centri in Albania, dove saranno avviate le procedure di accoglienza, trattenimento e valutazione dei singoli casi.

Nelle due precedenti occasioni era stata impiegata la nave Libra, ad ottobre e novembre, quando i 20 richiedenti asilo portati nei centri di Shengjin e poi Gjader furono poi liberati dalle decisioni dei giudici del tribunale di Roma, che bocciarono i trattenimenti.

Questa volta il governo Meloni spera in un esito migliore. A decidere non saranno più i magistrati della sezione immigrazione, ma quelli della Corte d’appello, come prevede la nuova norma voluta dall’esecutivo ed entrata in vigore lo scorso 11 gennaio.

Il piano Albania riparte, dunque, mentre dal canto suo il neopresidente statunitense Donald Trump ha avviato l’operazione di espulsione di massa di profughi dagli Stati Uniti (postando foto di persone in catene). Di effetto deterrenza ha sempre parlato il governo italiano, spiegando la ratio dell’accordo promosso con il premier albanese Edi Rama.

Da Roma oltre mezzo miliardo di euro

L’Italia ha stanziato 650 milioni di euro per gestire i centri in cinque anni. I centri sono stati aperti a ottobre e sono pronti ad accogliere fino a 3’000 migranti maschi al mese, raccolti dalla Guardia Costiera italiana in acque internazionali.

I gruppi per i diritti umani e le organizzazioni non governative attive nel Mediterraneo hanno definito l’accordo un pericoloso precedente in conflitto con le leggi internazionali.

I nuovi trasferimenti avverranno in un periodo di ripresa degli sbarchi, dopo il netto calo registrato nel 2024, quando gli arrivi furono 66’000, contro i 157’000 dell’anno precedente. Nei primi 24 giorni del 2025 sono sbarcate 1742 persone, in aumento rispetto alle 1’298 dello stesso periodo del 2024. Il picco si è avuto il 20 gennaio (494 arrivi), mentre il comandante della polizia giudiziaria libica, Osama Njeem Almasri, si trovava nel carcere delle Vallette a Torino (Piemonte). È noto che per contrastare i flussi irregolari occorra un’adeguata collaborazione dei Paesi di partenza delle barche usate dai trafficanti di uomini, Libia e Tunisia in primis.

Un protocollo sperimentato

Il protocollo è sperimentato. Motovedette della Guardia costiera o della Guardia di finanza intercettano in acque internazionali imbarcazioni con migranti diretti verso l’Italia. Quelli con i requisiti giusti - maschi, adulti, senza vulnerabilità, in buona salute e provenienti da Paesi sicuri - vengono trasbordati sul Cassiopea, dove si svolgerà un primo screening sommario con una verifica delle loro condizioni.

Il pattugliatore li porterà quindi nel porto di Schengjin, dove è stato allestito un hotspot italiano ed avverranno le procedure di identificazione. Nella stessa giornata i richiedenti asilo saranno trasferiti nel vicino centro di Gjader, dove saranno trattenuti in attesa dell’esito delle loro domande. Il trattenimento disposto dal questore dovrà però essere convalidato dai giudici della Corte d’appello.

La scommessa del governo Meloni è che le pronunce saranno diverse da quelli dei magistrati delle sezioni immigrazioni, considerati più sensibili alle ragioni dei richiedenti asilo. Nel frattempo, il 19 dicembre, c’è stata una sentenza della Corte suprema di Cassazione che l’esecutivo reputa favorevole: ha riconosciuto al governo il diritto di stabilire un regime differenziato delle domande di asilo per chi proviene da Paesi designati come sicuri.

E dunque il giudice “non può sostituirsi” al ministro degli esteri. Può tuttavia valutare se la designazione è legittima ed eventualmente disapplicare il decreto sui Paesi sicuri. Caso per caso, cioè. Maggiori certezze potranno aversi in primavera quando sulla materia dei Paesi sicuri si esprimerà la Corte europea di giustizia.

L’iniziativa incassa intanto l’ok della commissaria europea per il Mediterraneo, Dubravka Šuica, secondo cui l’accordo Italia-Albania “è una delle idee innovative che avrebbe potuto aiutare non solo l’Italia, ma anche altri paesi. Io la sostengo”.

Critica, invece, Elisabetta Piccolotti dell’Alleanza Verdi e Sinistra (Avs). “Quel folle di (Donald) Trump (il neopresidente degli USA) dà la linea alle destre europee, con la terribile foto dei migranti in catene caricati su un aereo. Questi viaggi costano un sacco di soldi e non servono a niente. Sono un tentativo propagandistico di prendere in giro gli italiani”.

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