Trump a tutto campo, fra pressioni su Putin e l’uscita dall’OMS

Appena reinsediatosi alla Casa Bianca, Donald Trump ha già firmato una copiosa serie di ordini esecutivi che segnano una netta cesura con la politica della precedente amministrazione.

In particolare evidenza, fra i vari provvedimenti, i decreti per l’uscita di Washington dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), già da lui vivamente attaccata in passato per la sua gestione della pandemia, per il ritiro degli USA dall’Accordo sul clima di Parigi e per porre fine al diritto di cittadinanza per nascita, il cosiddetto “ius soli”, storicamente sancito dalla stessa Costituzione degli Stati Uniti.

In materia d’immigrazione e di sicurezza Trump ha siglato, oltre ad una dichiarazione d’emergenza nazionale al confine col Messico, anche un ordine esecutivo per qualificare i cartelli della droga come organizzazioni terroristiche.

Il neopresidente ha quindi firmato la revoca delle sanzioni concernenti i coloni israeliani in Cisgiordania e, per quanto attiene al conflitto in Ucraina, ha per la prima volta esercitato pressioni su Vladimir Putin affinché si trovi un “accordo” di pace con Kiev, in assenza del quale la Russia rischierebbe di finire “distrutta”. Reinsediatosi nello Studio Ovale, Trump ha ribadito di “dover parlare” con il capo del Cremlino, il quale sarebbe, ha sostenuto il tycoon, “molto soddisfatto di porre fine a questa guerra”.

“Zelensky vuole raggiungere un accordo. Non so se Putin lo auspichi. Forse no, ma dovrebbe farlo. Penso che stia distruggendo la Russia non trovandolo”, ha dichiarato Trump, sostenendo che Mosca “sta andando incontri a grossi problemi: guardate l’economia, guardate l’inflazione”, ha sottolineato. Per parte sua il presidente russo, congratulandosi con Trump per il suo reinsediamento, aveva assicurato di cercare una “pace duratura” con l’Ucraina.