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Trump: la Russia attacchi chi non paga la NATO

Sconcerto tra gli alleati, ma c’è chi ricorda che non c’è niente di nuovo - A Bruxelles la prospettiva di un suo ritorno rafforza chi vuole un esercito europeo

  • 11 febbraio, 17:10
  • 11 febbraio, 21:43
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Notiziario delle 16:00 del 11.02.2024

Notiziario 11.02.2024, 16:30

Di: Agenzie/Info RSI 

A volte ritornano. Donald Trump, sempre più lanciato verso la nomination repubblicana per le presidenziali di novembre, è tornato su un suo vecchio cavallo di battaglia: i Paesi NATO che approfitterebbero degli USA per la loro sicurezza, senza pagare la giusta parte di spese militari.

Durante un comizio elettorale a Conway, nella Carolina del Sud, l’ex presidente (2016-2020) si è attribuito il merito dell’aumento delle spese militari di numerosi Paesi europei negli ultimi anni, affermando che Obama invece prometteva loro di difenderli a prescindere dal loro impegno, facendo degli USA il solito paese stupido che paga per tutti.

“Non paghi? Sei moroso?” ha detto Trump, raccontando di un incontro avuto con “il capo di un importante Paese europeo”. “No, non ti proteggerò. Anzi, incoraggerei [la Russia] a fare quel diavolo che vuole. Devi pagare. Devi pagare i conti”, ha detto Trump ad una folla inneggiante.

Il probabile prossimo sfidante di Joe Biden ha anche detto di trovare Zelensky simpatico, “ma questa guerra deve finire. E sapete perché i media delle fake news non ne parlano più? Perché sta andando male [per l’Ucraina]. Questa guerra deve finire. Con me non sarebbe nemmeno cominciata. Infatti, fino a quando c’ero io non è scoppiata”.

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Reazioni sulle ultime dichiarazioni di Trump

Telegiornale 11.02.2024, 20:00

Sconcerto e critiche europee

“Ogni indicazione che gli alleati non siano pronti a difendersi mutualmente mina la sicurezza di tutti noi, compresi gli Stati Uniti” ha affermato oggi un gelido segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg.

“Tutti per uno e uno per tutti, la NATO tiene oltre 950 milioni di persone al sicuro, da Anchorage a Erzurum” ha scritto su Twitter il ministero degli esteri tedesco, senza citare il discorso dell’ex presidente USA.

Commenti simili da parte del Governo polacco, che durante la presidenza Trump era guidato dalla destra del partito “Legge e giustizia” ed era tra i pochi nell’ UE ad avere un buon rapporto con la Casa Bianca, ma da novembre ha un governo centrista (il presidente della repubblica, Duda, invece, è ancora in carica ed è un ex esponente del PiS).

Per il presidente del Consiglio europeo Michel le parole di Trump sono “imprudenti”.

Trump “alleato” della Francia

Nei corridoi di Bruxelles - dove hanno sede tanto le istituzioni dell’UE quanto il quartier generale della NATO - ci si prepara da tempo alla possibilità, per nulla remota, di un ritorno di Trump, probabilmente ancora più radicale di quattro anni fa. Un’eventualità che gioca soprattutto a favore di chi auspica l’affrancamento strategico del Vecchio continente dallo storico alleato d’oltre Atlantico.

“Trump deve avere problemi di memoria. La conversazione [che ha citato] l’ha avuta con una donna: Ursula von der Leyen”, ha commentato in una intervista alla catena televisiva LCI il commissario UE al mercato interno, Thierry Breton. “Non possiamo affidare la nostra sicurezza al lancio di una monetina ogni quattro anni, ovvero alle elezioni presidenziali americane” ha aggiunto l’ex manager francese, che nel proprio portafoglio di commissario ha anche le (poche) competenze UE in materia di difesa.

I Paesi NATO hanno deciso al vertice di Chicago del 2012 (che si tenne durante la prima presidenza Obama) di portare le loro spese della difesa ad almeno il 2% del loro PIL. Solo undici su trenta hanno mantenuto la promessa, ma il livello generale di spese militari negli ultimi anni è aumentato.

I conflitti recenti - dall’Ucraina al Medio Oriente - e le difficoltà incontrate dall’Europa ad agire per la propria sicurezza senza il supporto degli Stati Uniti, anche quando le crisi avvengono sul proprio uscio di casa, stanno convincendo anche i più scettici della necessità di rendersi autonomi. L’uscita del Regno Unito dal club dei 27 ha contribuito a far pendere la bilancia in questa direzione. E’ qualcosa che l’attuale Casa Bianca non desidera (e nemmeno i vertici militari USA) ma l’attuale Casa Bianca potrebbe non essere più lì dopo novembre.

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