Trump pronto alla battaglia

Donald Trump ha accettato giovedì sera la nomination del partito repubblicano per la presidenza degli Stati Uniti. In un discorso dalla Casa Bianca -davanti a oltre 1’500 persone - che ha chiuso la convention dei conservatori, il miliardario newyorkese ha duramente attaccato il suo sfidante Joe Biden e snocciolato un buon numero di promesse elettorali.

Ha subito attaccato il suo rivale, rimarcando che “l’agenda di Joe Biden è made in China, la mia è made in USA" e segnalando che il candidato democratico “ha detto di essere alleato della luce, ma quando si tratta della sua agenda ci tiene all'oscuro". Ha poi dichiarato di aver “speso quattro anni a invertire i danni fatti da Joe Biden in 47 anni", elencando gli errori compiuti a suo avviso dall’amministrazione Obama.

Fermo sostegno alle forze di polizia

Trump si è poi speso a sostegno della polizia, alla luce degli ultimi fatti di cronaca come il ferimento in Wisconsin qualche giorno fa di un ragazzo afroamericano a cui un poliziotto ha sparato sette colpi alle spalle, dichiarando che “questo Paese ama e rispetta le sue forze dell'ordine", segnalando che il suo partito “condanna i saccheggi, le violenze, i roghi, le rivolte. I democratici nella loro convention non ne hanno fatto cenno e hanno definito i saccheggiatori dimostranti pacifici”. Per Trump i repubblicani resteranno “la voce dell'America che difende l'ordine, la legge e la bandiera".

Anche in quest’ottica va vista la dichiarazione del presidente americano uscente che, se resterà alla Casa Bianca, ha detto che imporrà "tassazioni a qualsiasi società che lascia l'America per creare posti di lavoro all'estero", rammentando che la sua “amministrazione ha preso le decisioni più dure e decise contro la Cina mai attuate in questa nazione", mentre Joe Biden permetterà alla Cina “di impossessarsi di questo Paese”.

Armi da fuoco e promesse elettorali

Non è mancato un cenno al possesso delle armi da fuoco, tema molto caldo negli Stati Uniti. L’attuale inquilino della Casa Bianca ha garantito che difenderà “le libertà religiose e il secondo emendamento, nessuno vi toglierà il diritto alle armi".

Donald Trump si è poi dilungato nel sottolineare tre aspetti cardine per l’elettorato come il lavoro, le tasse e il Covid-19. Ha subito promesso di creare “10 milioni di posti di lavoro nei prossimi 10 mesi, come minimo". Ha poi garantito che, se sarà rieletto, ridurrà "ancora le tasse in maniera significativa", prima di affermare che gli Stati Uniti con lui al comando “produrranno un vaccino entro la fine dell'anno se non addirittura prima".

Brilla la stella di Ivanka Trump

Ma l’altra star della serata è stata senza dubbio la figlia maggiore Ivanka, apparsa elegante e sicura di sé: "Mio padre si batte per le famiglie, non per le élite. È lui che ha cambiato Washington, non viceversa. Lui è il difensore del buon senso, è il paladino della gente comune", ha assicurato Ivanka, mentre gli invitati scandivano in coro “four more years” (altri quattro anni).

Dopo aver accettato la nomination, al termine di un discorso durato oltre 70 minuti – tra i più lunghi nella storia della Casa Bianca –, davanti a centinaia di persone che non rispettavano il distanziamento sociale e senza nessuna mascherina, Donald Trump ha seguito la parte finale della cerimonia nella quale un tenore ha cantato alcune arie d'opera, tra cui "Nessun dorma", celebre romanza della Turandot di Giacomo Puccini che si conclude con queste parole: "all'alba vincerò". C’è poi stato il gran finale, come la scorsa settimana nel caso della nomination di Joe Biden, caratterizzato da uno spettacolo pirotecnico con i fuochi d'artificio che hanno segnato nel cielo di Washington le parole "Trump" e "2020".