Una riapertura totale delle attività in Italia (senza lavoro da casa e con le scuole aperte), farebbe finire in terapia intensiva 430'000 persone da oggi al 31 dicembre, con un picco di 151'000 persone già l'8 giugno.
Sono questi i numeri shock che hanno convinto il premier italiano Giuseppe Conte a decidere per una riapertura graduale delle attività e per il rinvio della riapertura delle scuole a settembre. I dati sono stai presentati al primo ministro dagli esperti del Comitato tecnico scientifico per il Covid-19 (CTS).
Riaprire le scuole "innescherebbe una nuova e rapida crescita dell'epidemia". E "potrebbe portare allo sforamento del numero di posti letto in terapia intensiva attualmente disponibili a livello nazionale", sottolineano gli esperti del CTS. La sola riapertura degli istituti scolastici (con le attività chiuse) porterebbe a oltre 48'000 ricoveri in terapia intensiva da qui al 31 dicembre.
Anche negli altri Paesi europei la discussione sulla fine del lockdown e sulle riaperture, più o meno graduali, sono in corso. Se l'Austria ha deciso di archiviare il lockdown già il 1 maggio, con il via libera agli spostamenti e agli assembramenti fino a dieci persone (dal 15 riapriranno i ristoranti), la Germania, ha amaramente scoperto una ripresa dell'epidemia proprio con l'allentamento delle misure. In Francia il via alla fase due verrà dato l'11 maggio (slitta però la riapertura dei licei), ma la ripresa sarà graduale e basata sui dati dei contagi che si riscontreranno.
RG 18.30 del 28.04.2020 Il servizio di Alessandro Grandesso
RSI Info 28.04.2020, 23:13
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