Sarebbe stato ucciso da bombe a grappolo il delegato svizzero del Comitato internazionale della Croce rossa, morto lo scorso 2 ottobre a Donetsk, la città controllata dai ribelli separatisti filorussi nell’est dell’Ucraina.
Lo denunciano l’organizzazione Human Rights Watch e il New York Times, in un’inchiesta che proverebbe l’uso delle cosiddette “cluster bomb”, le bombe a grappolo, da parte dell’esercito di Kiev.
Le bombe a grappolo sono ordigni particolarmente letali, una volta lanciate disperdono centinaia di munizioni su una superficie grande come un campo da calcio. Moltissime rimangono inesplose, diventando vere e proprie mine antiuomo, spiega Emiliano Bos nel servizio del Radio Giornale.
M.Ang./RED MM/RG
Dal TG20
Dal TG12.30: