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Ucraina, prosegue l’offensiva nel Donbass

Nelle regioni di Donetsk e Lugansk 40 città attaccate – Corte suprema russa rinvia definizione Azov come terroristi – Klitshko a Davos: “Kiev resta un obbiettivo russo

  • 26 maggio 2022, 13:13
  • 20 novembre, 15:50
Un cratere e resti di un missile a Pokrovsk, nella regione di Donetsk

Un cratere e resti di un missile a Pokrovsk, nella regione di Donetsk

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Di: ATS/AFP/ANSA/dielle 

La Russia ha attaccato 40 città nelle regioni di Donetsk e Lugansk, provocando cinque vittime civili e 12 feriti. A riferirlo su Facebook è lo Stato Maggiore delle forze armate ucraine, citate dalla BBC: "I nemici hanno sparato contro più di 40 città nelle regioni di Donetsk e Lugansk, distruggendo o danneggiando 47 siti civili, tra cui 38 case e una scuola. A causa di questi bombardamenti cinque civili sono morti e 12 sono stati feriti".

Con questa operazione le forze russe stanno cercando di conquistare tutto il Donbass, quindi anche delle zone nelle due province di Donetsk e Lugansk che non erano riuscite ad occupare tramite i separatisti nel 2014. Con il dispiegamento di migliaia di soldati i russi attaccano da tre direzioni per cercare di accerchiare la città di Severodonetsk, cruciale per poter avere il controllo totale sulla regione di Lugansk. Ed è qui che si registrano i combattimenti più sanguinosi. I bombardamenti hanno lasciato l'area senza gas e con limitata disponibilità di acqua ed elettricità. L'offensiva con massicci bombardamenti è ripresa anche sulla città orientale di Slavyansk.

"Nella direzione di Donetsk, gli attacchi delle truppe russe sono concentrati sulla presa del pieno controllo di Lyman e sul miglioramento della strategia vicino a Severodonetsk e Avdiivka” si legge sempre nel rapporto mattutino delle forze ucraine.

Intando da Kiev arriva l'aut aut: nessun cambiamento sui confini in cambio del cessate il fuoco. Lo ha ribadito il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un videomessaggio postato su Telegram, respingendo qualsiasi ipotesi di cessioni territoriali in cambio della pace con la Russia. Ipotesi emerse, sostiene il presidente ucraino, in alcuni media occidentali.

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8'000 prigionieri di guerra ucraini nel Donbass

Sono circa 8’000 i prigionieri di guerra ucraini detenuti nelle autoproclamate Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk: lo ha dichiarato oggi l'ambasciatore del Lugansk in Russia, Rodion Miroshnik, al programma Soloviev Live, citato dalla Tass.

"Ci sono molti prigionieri. Certo, ce ne sono di più sul territorio del Donetsk, ma anche noi ne abbiamo a sufficienza, e ora il numero totale si aggira intorno agli 8’000", ha affermato Miroshnik.

Battaglione Azov, rinviata la definizione di terroristi

La Corte Suprema russa ha rinviato al 29 giugno l'udienza sulla richiesta della Procura Generale per la designazione dell'unità paramilitare nazionalista ucraina Azov come rete terroristica e il divieto di attività in Russia. Lo riferisce l'agenzia russa Interfax.

Il Comitato investigativo russo sta indagando su una serie di casi penali contro membri dell'unità Azov accusati di aver ucciso civili del Donbass.

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Mosca offre il passaporto russo nei territori occupati

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Klitschko dal WEF: “Kiev resta un obbiettivo di Mosca”

Da Davos, dove si chiude il WEF, stamattina è intervenuto nuovamente il sindaco di Kiev Vitali Klitschko: "La Russia spera ancora di prendere il controllo della capitale ucraina" ha affermato, aggiungendo che "non è un segreto che la priorità della Russia sia occupare l'intero paese e l'obiettivo principale di Mosca è ancora la capitale dell'Ucraina, il cuore del paese", ha affermato. "È chiaro che non si tratta di un'operazione militare speciale, come sostiene la Russia. È il genocidio del popolo ucraino con bambini, donne e anziani uccisi", ha aggiunto il sindaco trattenendo a stento la commozione.

"Abbiamo calcolato che ci vorranno circa 80 milioni di euro per ricostruire Kiev". Sono soldi che serviranno non solo per le infrastrutture, "ma per sostenere la nostra economia", ha aggiunto.

Il sindaco ha poi ringraziato "tutti i Paesi per il sostegno mostrato finora nell'aiutare a ricostruire soprattutto a coloro che hanno accolto i rifugiati".

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La ricostruzione dell'Ucraina parte da Lugano

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