Il 41° giorno dall’aggressione russa dell’Ucraina registra ancora e sempre i bombardamenti dei soldati di Mosca sulle città ucraine, colpendo in particolare obiettivi come l’ospedale pediatrico di Mykolaiv centrato nelle prime ore di martedì e nel quale sarebbero morti anche piccoli pazienti. Ma l’attenzione del mondo è pure per l’incontro tra i dirigenti europei che dovranno discutere una nuova ondata di sanzioni contro la Russia e per il meeting tra i ministri delle Finanze dell’ECOFIN, che valuteranno le reali ricadute in campo economico di quanto sta accadendo dal 24 febbraio in Ucraina.
La Polonia è la più dura contro il Cremlino e mostra insofferenza per i tentennamenti di una Germania che è la più dipendente dagli idrocarburi russi. “Le sanzioni finora approvate non bastano”, ha tuonato il sottosegretario agli Esteri polacco, Syzmon Synkowski, ribadendo poi che “non è tempo di passività ed egoismo”, sollecitando il Governo tedesco a cambiare linea e in fretta. Da parte sua il ministro degli esteri tedesco Baerbock afferma di aver trovato un accordo con l’UE per interrompere completamente la dipendenza europea dai combustibili fossili provenienti dalla Russia, quest'interruzione riguarderà inizialmente il carbone per poi espandersi a petrolio e gas.
Bruxelles da parte sua proporrà ai Paesi membri nuove sanzioni, incluso il divieto di importazioni di carbone, legno, prodotti chimici e altri prodotti per un valore di circa 9 miliardi di euro (9,3 miliardi di franchi) all'anno. L'UE proporrà, inoltre un divieto di esportazione verso la Russia per un valore di altri 10 miliardi di euro l'anno per semiconduttori, computer, tecnologia per il gas naturale liquefatto e altre apparecchiature elettriche e di trasporto.
Intanto si stanno definendo i dettagli di un viaggio della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e dell’Alto rappresentante UE per gli affari esteri, Josep Borrell, a Kiev per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky questa settimana; sabato von der Leyen andrà a Varsavia per la conferenza dei donatori internazionali a sostegno dell’Ucraina e dalla Polonia l’accesso a Kiev è quello più rapido.
Intanto Zelensky ha sottolineato di non credere davvero nelle garanzie di sicurezza della Russia in caso di firma di un accordo di pace e non esclude che Mosca possa tornare ad aggredire Kiev in seguito. Ha poi parlato della NATO, usando parole davvero dure: "Se ci è offerto di entrare nella NATO domani, non per giocare con le nostre vite ma seriamente, ci uniremo. Ma questo non accadrà, purtroppo. E purtroppo non è successo. Pertanto costruiremo garanzie di sicurezza per noi".
Stoltenberg: "I russi non si stanno ritirando, ma riorganizzando"
Oggi nel primo pomeriggio si è espresso anche il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, secondo il quale Mosca non sta lasciando da parte le sue ambizioni in Ucraina, ma sta concentrando il suo interesse sull'est del paese per conquistare il Donbass e creare una continuità territoriale con la Crimea. “Nelle prossime settimane ci aspettiamo un ulteriore pressione russa sull’est dell’Ucraina” ha detto Stoltenberg.
I paesi NATO starebbero considerando la possibilità di inviare nuovi armi non ancora inviate, inclusi armi anticarro, altre armi di fascia alta e nuovi sistemi logistici. Stoltenberg ha poi affermato che l’Alleanza atlantica è pronta ad accogliere anche Finlandia e Svezia se dovessero decidere di entrare nella NATO.
"Espulsioni di massa" per funzionari di Mosca in Occidente
Intanto le immagini delle stragi sembra che abbiano dato una svegliata alla diplomazia occidentale, che nelle ultime 24 ore ha provveduto all’espulsione di decine e decine di funzionari del Cremlino dalle ambasciate russe in Europa, con la Lituania che ha cacciato l'ambasciatore di Mosca dal suo territorio. L'Italia caccerà trenta diplomatici Russi, mentre già lunedì Berlino ne aveva rimandati a Mosca quaranta e Parigi non meno di trentacinque. La Spagna dal canto suo espelle venticinque funzionari di Mosca e Stoccolma prevede di mandarne via tre. La Russia ha assicurato che risponderà in maniera "simmetrica e distruttiva per le relazioni bilaterali".
E mentre non cessa l’ondata di sdegno nei riguardi del Cremlino per i massacri di civili perpetrati dai militi russi in ritirata in svariate città nei pressi di Kiev, come in altre zone ad alta densità abitativa nell’est e nel sud del Paese, emergono testimonianze di nuove atrocità. Secondo il difensore civico ucraino Lyudmila Denisova, “numerosi casi di tortura di civili si registrano nei territori liberati dagli occupanti”. Mosca tenta di difendersi e scaricare le colpe sugli stessi ucraini o sugli occidentali, ma secondo quanto emerge da un'analisi delle immagini satellitari condotta dal New York Times, molti civili a Bucha sono stati uccisi più di tre settimane fa, quando i russi avevano il controllo della cittadina.
Russi bloccano corridoi umanitari e usano armi vietate
Passando ai fatti sul campo va detto che anche per la giornata odierna sono previsti sette corridoi umanitari, compreso uno per la città assediata di Mariupol che porterebbe le persone nella zona di Zaporizhya, stando a quanto spiega la vicepremier ucraina Iryna Vereschuk, mentre un altro percorso andrebbe a Zaprorizhya da Berdyansk e altri quattro collegherebbero altre località meridionali verso Bakhmut, nella parte orientale dell’Ucraina. Il problema è che i russi “nonostante le promesse non consentono a nessuno di arrivare a Mariupol”, ha spiegato la vicepremier, tanto che i soldati di Mosca hanno liberato solo nelle scorse ore un team della Croce Rossa internazionale bloccato lunedì a Mangush, a 20 km da Mariupol.
Un caccia russo abbattuto domenica nei cieli di Kharkiv dalla contraerea ucraina
In Ucraina le truppe del presidente Vladimir Putin intanto usano ogni mezzo per tentare di raddrizzare un’invasione che per gli alti dignitari russi doveva durare una manciata di giorni e che invece si trascina da oltre un mese con perdite pesantissime di uomini e mezzi. Se lunedì si è parlato di bombe a grappolo usate contro obiettivi civili un po’ ovunque, è di queste ore la notizia secondo cui i russi avrebbero colpito un un serbatoio di acido nitrico a Rubižne. I residenti sono stati invitati a rimanere nei rifugi antiatomici e a chiudere porte e finestre perché l'acido nitrico è pericoloso da inalare.