Le immagini arrivate in questi giorni dall’Ucraina parlano di presunte esecuzioni sommarie, di fosse comuni, di presunti crimini di guerra perpetrati dalle forze armate russe durante la ritirata da Bucha, cittadina poco lontana da Kiev. Sébastien Faure, inviato in Ucraina della televisione svizzera RTS, è tra i giornalisti che quelle scene le hanno viste con i loro occhi.
Le testimonianze che giungono da Kiev insinuano il dubbio che i civili a Bucha non siano "vittime collaterali" del conflitto, ma che siano stati presi di mira in maniera deliberata. Lei quale idea si è fatto, cosa ha visto a Bucha?
“Ora sono rientrato a Kiev, abbiamo lasciato Bucha oggi (lunedì per chi legge, ndr.). La mia giornata è iniziata con un’anziana signora che piangeva sulla tomba di sua figlia e dei suoi due nipoti di 7 e 4 anni, trovati morti nell’automobile con cui stavano cercando di lasciare la città. In lacrime ci ha raccontato che i soldati russi hanno crivellato l’auto con colpi di mitragliatrice, li hanno inseguiti. Abbiamo raccolto decine di storie di questo tipo”.
Sebastien, quando lei dice uccisi, cosa intende esattamente? Si è parlato di colpi di pistola alla testa, si tratta di questo?
“Difficile dire in maniera assoluta e formale che si tratti di civili. Di certo tutti i cadaveri che io ho visto con i miei occhi erano maschi, giovani o vecchi, vestiti come civili. Quando sono arrivato lungo la strada Yabulanka, era piena di cadaveri, le auto facevano lo slalom tra i corpi, una scena agghiacciante. C’era un pedone sul marciapiede c’era un ciclista sotto la sua bicicletta. Io sono arrivato anche in una casa colonica, ero con la mia troupe. Nello scantinato c’erano cinque uomini vestiti in abiti civili; erano stati uccisi, tutti e cinque avevano le mani legate dietro la schiena…le conclusioni sono due: o è una messa in scena o è un’esecuzione sommaria, dunque un crimine di guerra. Non ci sono altre possibilità”.
Il Cremlino respinge ogni accusa parlando di messa in scena da parte di Kiev. D’altronde esistono vari esempi in cui i media hanno preso una cantonata in questo senso. Secondo lei quanto è possibile che si tratti di una messa in scena?
“Tutto è possibile. Tuttavia, mi sembra difficile che le autorità ucraine abbiano potuto prendere decine e decine di cadaveri, disporli in quella particolare posizione, in così poco tempo dopo la ritirata dei russi. Inoltre, si tratta di cadaveri che non erano lì da un giorno o due, alcuni anche da settimane. Se fosse un’operazione di propaganda, un falso assoluto di Kiev, sarebbe illogico spostare i corpi come ho visto fare durante la serata di ieri, li avrebbero lasciati tutti lì. Si parla di 400 corpi ritrovati.
Accanto al luogo in cui ho incontrato l’anziana signora stamattina c’era una fossa comune riempita di una settantina di cadaveri. Un’altra fossa è stata aperta e c’era già una decina di corpi, imballati in sacchi neri o sacchi di fortuna. Ho incontrato una coppia alla ricerca del figlio di 40 anni scomparso da 15 giorni. Ci sono centinaia di persone nelle stesse condizioni che cercano di sapere dove sono gli scomparsi”.
Ci sono testimonianze che l’hanno colpita particolarmente?
“Una delle testimonianze che mi ha più scosso qui a Bucha è stata quella di Alexandre. Mi ha detto che per i russi era un safari: erano sempre ubriachi e uccidevano in maniera indiscriminata. Se c’era un gruppo di uomini ne uccidevano solo uno; se si trovavano davanti a due passanti, sparavano solo a uno di loro. Ogni giorno scendevano negli scantinati e sceglievano una persona da far fuori, l’indomani tornavano e ne sceglievano un altro…e così via”.
Le testimonianze ci dicono qualcosa sugli autori?
“Nelle testimonianze molto spesso abbiamo gli occupanti russi catalogati in due categorie: da una parte i giovani coscritti, nati tra il 2002 e il 2004, che si comportavano in maniera corretta: cercavano riparo dagli ucraini, chiedevano cibo. Gli altri, invece, mercenari più anziani, che invece saccheggiavano e uccidevano in maniera sommaria”.
Intervista di Anna Valenti
SEIDISERA/ludoC
NYT: “Immagini satellitari confermano, alcuni corpi lì da settimane”
Nel frattempo, il New York Times ha pubblicato un articolo con il quale dimostra, attraverso immagini satellitari, che corpi senza vita giacevano per strada da settimane, quando i russi avevano ancora il controllo dell’area, smentendo così le affermazioni di Mosca secondo cui i cadaveri sono stati posizionati lungo la strada dopo la ritirata russa.
Le immagini fornite al New York Times da Maxar Technologies (una società d tecnologia spaziale con sede a Westminster, in Colorado) mostrano che almeno una decina di corpi si trovavano per strada già dallo scorso 11 marzo. Le immagini, vagliate dal team Visual Investigation del giornale, mostrano macchie scure simili a corpi umani che appaiono lungo la via principale tra il 9 e l’11 marzo, nel luogo preciso del ritrovamento da parte dell’esercito ucraino una volta entrato nella cittadina, come dimostra un filmato datato 2 aprile.