Migliaia di morti e feriti, 8 milioni di sfollati e oltre il 70% degli ospedali non più funzionanti secondo il commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk, mentre il Programma alimentare mondiale denuncia una crisi alimentare che potrebbe diventare “la più grave mai conosciuta”: questa la situazione in Sudan dopo un anno di guerra civile, scoppiata il 15 aprile del 2023 fra le forze regolari e una milizia paramilitare e frutto dei disaccordi sorti dopo il colpo di Stato militare del 2021.
Una situazione catastrofica anche per i bambini. Il Fondo dell’ONU per l’infanzia evidenzia che “circa 4 milioni di bambini sotto i 5 anni si prevede soffriranno di malnutrizione acuta quest’anno”, potenzialmente letale per 730’000 di loro. Inoltre, “il Sudan adesso ha una delle peggiori crisi dell’istruzione al mondo, con oltre il 90% dei 19 milioni di bambini in età scolare nel Paese che non hanno accesso all’istruzione formale”.
Un dramma che ci consuma lontano dagli occhi dei media e dei Governi internazionali, concentrati sulle crisi in Medio Oriente e in Ucraina. Gli aiuti umanitari sono insufficienti. Una conferenza di donatori si è aperta lunedì a Parigi. Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato lo stanziamento in totale di 2 miliardi di euro, fra cui 19 milioni di franchi messi a disposizione dalla Svizzera, che dall’inizio della crisi ne ha già versati 83 destinati al Sudan stesso e ai Paesi vicini che ne accolgono i profughi.
Sono cifre importanti ma che non bastano: secondo le stime dell’ONU, servirebbero 3,8 miliardi di dollari per il solo 2024.
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