Di sicuro c’è solo che è morto. Ravil Maganov, 67 anni, presidente della compagnia petrolifera russa Lukoil non è sopravvissuto alla caduta da una finestra della Clinica centrale ospedaliera di Mosca, dove era ricoverato.
Almeno questa è la versione avvalorata dalle agenzie di stampa russe, secondo cui il manager si sarebbe suicidato. In un comunicato della stessa Lukoil si legge tuttavia che Maganov “è deceduto dopo una grave malattia”, senza fornire ulteriori dettagli.
Altre fonti, come quella citata da Interfax, avvalorano l’ipotesi del gesto estremo. “Maganov è caduto giovedì dalla finestra della sua stanza dell'ospedale stamattina. È morto per le ferite", scrive l’agenzia, aggiungendo però di non avere al momento conferme ufficiali.
I notiziari russi hanno riferito che il corpo del 67enne è stato trovato sul terreno dell’ospedale dove l’élite politica e imprenditoriale viene spesso curata. Il volo fatale sarebbe avvenuto dal sesto piano.
Maganov lavorava dal 1993 per il secondo gruppo petrolifero russo e nel 2020 ne era diventato presidente del Consiglio di amministrazione.
Lukoil è stata una delle poche aziende russe a chiedere pubblicamente la fine dell'operazione militare in Ucraina, chiedendo a marzo la "cessazione immediata del conflitto armato".
Negli ultimi mesi diversi dirigenti di gruppi industriali, specie nel settore energetico, hanno perso la vita in una serie di incidenti. Tra loro, quattro manager di imprese legate a Gazprom, il gigante statale del gas, e un ex funzionario della Lukoil, Alexander Subbotin, trovato morto l'8 maggio in una casa nel villaggio di Ulyankovo, a nord di Mosca. Gli investigatori avevano stabilito che la causa della morte era stata un attacco cardiaco.