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Vaticano, aperture a battesimi e padrini per trans e gay

Le indicazioni sono arrivate dal Dicastero per la Dottrina della Fede, esplicitamente approvate dal Papa - Per i conservatori è uno tsunami

  • 9 novembre 2023, 21:18
  • 9 novembre 2023, 21:59

La Chiesa e i diritti dei transessuali

Telegiornale 09.11.2023, 20:27

  • Ansa
Di: TG / ANSA/RSI INFO

Nulla osta che anche i transessuali possano chiedere e ricevere il battesimo. Possono anche essere padrini e testimoni di nozze in chiesa. Via libera anche a padrini omosessuali che convivono con un’altra persona, basta che conducano “una vita conforme alla fede”. Sono le indicazioni del Dicastero per la Dottrina della Fede su battesimi, padrini e testimoni di nozze, nel caso di persone transessuali o omosessuali, esplicitamente approvate dal Papa che ha controfirmato il documento pubblicato oggi (giovedì) dal Dicastero. La firma del Pontefice è accompagnata dalla data del 31 ottobre (anche se le disposizioni sono state rese note solo oggi).

I cattolici tradizionalisti contestano le decisioni che aprono al battesimo e al ruolo di padrini per i transessuali e per gli omosessuali (tra i critici citati dalle agenzie di giovedì sera: il sito Messainlatino, l‘ex Nunzio negli Stati Uniti, mons. Carlo Maria Viganò, il sito cattolico americano LifeSiteNews).

L’accoglienza di persone omosessuali è uno dei temi più dibattuti nella Chiesa Cattolica.

Il Papa da tempo predica che la Chiesa deve accogliere tutti, senza alcuna distinzione, compreso l’orientamento sessuale. Lo ha detto a parole. Lo ha fatto capire con i gesti incontrando transessuali in Vaticano, o chi come suor Jeannine Gramick si batte per i diritti della comunità LGBTQ. Ora lo ha messo nero su bianco. In un documento della Congregazione per la dottrina della fede – firmato anche da Papa Francesco - si risponde a brevi quanto scottanti domande. Un transessuale o omosessuale può essere padrino o madrina di battesimo? Può essere testimone di un matrimonio? Un transessuale può essere battezzato? La risposta in tutti i casi è sì, anche se va valutato caso per caso e - si sottolinea - se non c’è il rischio di generare pubblico scandalo o disorientamento nei fedeli, si legge.

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