Una settimana fa, quando le Ramblas si trasformarono in teatro dell terrore, Mario Magarò, collaboratore di @RSInews, era all'estero. Adesso è tornato e gli abbiamo chiesto di raccontaci com'è cambiata la sua città (ndr)
"Le decine di omaggi floreali alle 13 vittime dell’attentato campeggiano in mezzo alle Rambla di Barcellona, mischiate a candele ed alcune fotografie. Fare finta di nulla é impossibile, lo si legge sui volti dei tanti passanti, turisti e non, che si fermano davanti a questa sorta di mausoleo improvvisato. Alcuni si inginocchiano, aggiungendo un proprio omaggio, ma la maggior parte delle persone resta in piedi. Silenziosa. Lungo l’arteria pedonale che porta da Plaza Catalunya fino alla statua di Cristoforo Colombo, a ridosso del porto, la vita sembra aver ripreso vigore, mostrando l’abituale abito fatto da migliaia di turisti intenti ad infilarsi nelle adiacenti stradine del Barrio Gotico e del Raval o seduti ai tavoli di uno dei tanti ristoranti delle Ramblas.
Nell’aria si percepisce però nitidamente la sensazione che qualcosa sia cambiato. Una sorta di pugno nello stomaco che contrasta con l’energia vibrante del capoluogo catalano e la sua voglia di ritornare alla normalità. Anche camminando all’interno del vicino mercato della Boqueria, adibito ormai ad attrazione turistica al pari della Sagrada Familia, si ha la sensazione di una quotidianità differente anche per i commercianti, preoccupati oltretutto dalle ripercussioni che l’attentato potrebbe avere sul turismo.La sindaca di Barcellona, Ada Colau, ha fatto proprie le preoccupazioni degli operatori del settore turistico (e di quanti indirettamente vivono del flusso di circa 30 milioni di visitatori annui) evidenziando che le prenotazioni cancellate negli hotel cittadini, successivamente all’attentato, sono state minime.
Alle preoccupazioni dei commercianti si aggiungono quelle, di diverso tenore, degli abitanti del Raval, la zona musulmana di Barcellona che si apre accanto alle Ramblas. Passando davanti alla moschea Tariq Bin Ziyad - ricavata in uno scantinato - o lungo i numerosi vicoli che ospitano macellerie di carne “halal” e pasticcerie arabe, gli sguardi dei musulmani del quartiere sembrano diversi dal solito, impossibili però da decifrare totalmente".
Mario Magarò