Trentamila desaparecidos, una ferita aperta che l’Argentina non vuole dimenticare. Sono passati 40 anni dal golpe del 24 marzo 1976, quando i militari misero fine al fragile governo di Isabelita Peron per instaurare un regime sanguinario. Le loro vittime furono sindacalisti, studenti, professori, religiosi: torturati e uccisi in oltre 600 lager.
A Buenos Aires il golpe viene ricordato con un grande manifestazione guidata, come consuetudine, dai famigliari dei desaparecidos. Sono in corso diversi processi sui crimini della dittatura, un centinaio di ex militari sono stati condannati, ma manca ancora molto per conoscere tutta la verità. Il presidente Barack Obama, in visita a Buenos Aires, ha annunciato l’apertura degli archivi americani. Papa Francesco farà lo stesso per quelli del Vaticano. L’artista
Gustavo Germano ha lavorato sull’assenza ricostruendo ritratti dell’epoca senza chi non c’è più. Dittici struggenti, in cui mancano mariti, genitori, figli, fratelli, amici. Un vuoto incolmabile che continua da 40 anni.
Ausencias (assenze) di Gustavo Germano
Emiliano Guanella