Quello di Gołda Tencer è uno dei grandi nomi dell’ebraismo polacco contemporaneo. Attrice, recita dalla fine degli anni ’60 sul palcoscenico del Teatro ebraico di Varsavia, una delle storiche istituzioni ebraiche della capitale polacca. Da tre anni ne è divenuta anche direttrice. E ha dovuto ben presto affrontare una crisi inaspettata. I proprietari dello stabile che per decenni ha ospitato il teatro, nella centralissima Plac Grzybowski, hanno deciso di demolire la struttura. Ne è stato ricavato un parcheggio per auto. Il Teatro ebraico si appoggia così a una sede provvisoria. La sfida è trovarne una nuova. E degna.
Ma Gołda Tencer non è solo una donna di teatro. È una militante, che da sempre lavora per tutelare e promuovere la cultura ebraico-polacca. Nel 1987 creò la Shalom Foundation, incubatrice di idee e iniziative varie. Tra le più note, ci sono il Festival della cultura ebraica di Varsavia e la raccolta fotografica ““E vedo ancora i loro volti…”: diecimila foto raccolte da privati che raccontano, e recuperano, la storia degli ebrei di Polonia prima dell’Olocausto.
Per il futuro, l’auspicio di Gołda Tencer è che in Polonia non ci sia più antisemitismo. La diffidenza verso gli ebrei non è fuori controllo, ma c’è sempre stata. E c’è ancora. “Sogno che i nostri figli e nipoti non sappiano mai cos’è stato l’antisemitismo, perché dopotutto i nostri due popoli, ebrei e polacchi, hanno sempre vissuto insieme”.
Matteo Tacconi
N.d.R.: Questa è l'ultima di quattro storie sugli ebrei di Varsavia, storie che anticipano e completano un reportage di circa 20 minuti che andrà in onda su LA1 sabato 27, alle ore 12.00, per la trasmissione Segni dei Tempi. Domani, qui, troverete invece un incontro con la senatrice a vita Liliana Segre.