Torniamo alla Nano World Fair di New York, l'evento che ogni anno trasforma un capannone di Brooklyn nel centro pulsante del futuro tecnologico che verrà. Oggi per occuparci di "sicurezza personale", un tema molto frequentato nella Silicon Valley dove da anni si prova a portare la tecnologia mobile (smartphone soprattutto) su un binario di geolocalizzazione continua che permetta non solo di assicurare soccorsi precisi durante gli inconvenienti della vita di tutti giorni, ma anche di aiutare gli individui in caso di catastrofi naturali e attentati terroristici.
È da questo filone di ricerca che è nato Athena, un dispositivo mobile, grande poco più di un bottone, in grado di segnalare ad amici e parenti la propria posizione in casi di estremo pericolo. Basta cliccare sull'apparecchio per lanciare l'allarme a contatti pre-impostati nella rubrica. La novità che rende Athena un prodotto unico nel suo genere è che non necessita di un collegamento telefonico, anzi funziona indipendentemente dal proprio smartphone.
Quando lo scorso anno la 35enne Yasmine Mustafa, ha lanciato il primo prototipo, deve aver ben avuto in testa i dati delle violenze sulle donne negli Stati Uniti. Soprattuto a catturare l'attenzione della giovane imprenditrice è stato l'incremento del 40% degli stupri ai danni di giovani donne dai 16 ai 19 anni. Questo è anche il target di Athena che punta sul senso di responsabilità (e forse di paura) dei millenials per diventare un prodotto di massa. Come tante start-up americane anche Athena ha mosso i primi passi grazie alla raccolta fondi on-line sul portale Indiegogo. In poche ore l'azienda newyorkese ha esaurito i pre-ordini e ora si prepara a firmare accordi commerciali con la grande distribuzione.
Riccardo Ferraris