Il referendum indetto per permettere ai cittadini di esprimersi sul decreto legislativo che prevede lo stanziamento di un credito netto di 28'940'000.- franchi e l'autorizzazione alla spesa di 41'130'000.- franchi per realizzare il semisvincolo A2 a Bellinzona (comprese le strutture annesse quali percorsi ciclabili, impianti di semaforizzazione, passerelle pedonali sul fiume Ticino, eccetera) è naufragato. Solo 5'826 le firme valide (ne erano necessarie 7'000).
Il popolo non dovrà quindi esprimersi una terza volta sull’opera che è parte integrante del Piano regionale dei trasporti del Bellinzonese (PTB). Ricordiamo che nel 1997, quando i cittadini di Bellinzona espressero il loro parere sul progetto, lo fecero in due turni e dissero "no": sia ad un’iniziativa popolare comunale volta a bloccare la costruzione di nuovi allacciamenti all’autostrada, sia al controprogetto del Municipio di allora che voleva realizzare un punto di collegamento tra l’autostrada e la viabilità locale con modalità diverse da quelle attuali.
I promotori della richiesta di referendum (Verdi, PS e, inizialmente, MPS) spiegano il risultato non positivo con problemi e ritardi legati alle operazioni di raccolta. “Per noi - aggiunge il co-coordinatore dei Verdi, Ronnie David - la battaglia contro il semisvincolo termina qui”. Da parte sua il presidente della Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese, Simone Gianini, si dice soddisfatto. I cittadini non dovranno recarsi nuovamente alle urne e l’opera, forte anche dell’approvazione della popolazione ticinese nella votazione del 2012, è necessaria per gestire meglio i problemi di traffico dell’agglomerato. Il tutto, prosegue Gianini, con il potenziamento del trasporto pubblico, rientra anche in un’ottica più ampia di gestione integrata delle varie componenti della mobilità stessa.
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