Il turismo dopo il virus

L'emergenza coronavirus per il turismo è una catastrofe o può essere un'opportunità? Le nostre abitudini ne usciranno modificate? Il turismo di massa ha un futuro? Il settore turistico in Ticino riuscirà a reinventarsi in questo contesto?

Queste le principali domande che abbiamo posto a due esperti del settore: il consulente turistico Elia Frapolli ed il direttore dell'Agenzia turistica ticinese Angelo Trotta.

"Sul corto termine - spiega Frapolli - è inevitabile una svolta verso un turismo nella natura, nel verde, nelle valli. In bicicletta, a piedi, facendo jogging. Vedo crescere il settore del turismo trasformativo: corsi di yoga, soggiorni spirituali nei monasteri. Sarà un turismo più consapevole. E la parola d'ordine sarà: l'esperienza".

"In questo contesto - prosegue - il Ticino ha molto da offrire: penso soprattutto alle valli, che forse abbiamo un po' dimenticato. Ma chi opera nel settore non dovrà dormire. La sfida sarà questa: riuscire a trasformarsi. Reinventarsi".

"Il punto di forza del Ticino è il territorio - gli fa eco Trotta - e dunque le valli, la balneazione, la natura, il biking, l'hiking ed il turismo delle nostre città che è verde e smart. Ma dobbiamo ringiovanire. Essere più premium. E puntare sulla awareness (dunque sulla crescita del marchio e della destinazione Ticino, ndr.)".

Ora il turismo di massa è in grande difficoltà. Ma sul medio-lungo termine, "non sono cosi sicuro che non si tornerà a viaggiare come prima, ai voli overseas e al mordi e fuggi", aggiunge Trotta.

"Dobbiamo anche ricordare che parte del turismo di massa viene dai stati economicamente emergenti, come la Cina, l'India o i paesi dell'Europa dell'est", prosegue Trotta. "Si tratta di milioni di persone. Una nuova classe media. Gente che un tempo non aveva accesso al turismo. E una delle prime cose che consumano... è il viaggio".

Cosi era... e cosi - una volta superata l'emergenza sanitaria e trovati medicina e vaccino - potrebbe torneare ad essere.