Quando si arriva dal porto di Casamicciola, sull'isola di Ischia, ci s’imbatte in una struttura d’emergenza che ospita la centrale di vigili del fuoco, la protezione civile e gli uffici dell’amministrazione comunale, dove le persone che ha perso tutto sono in fila per chiede nuovi documenti, alloggi e beni di prima necessità. Tra gli edifici dichiarati inagibili, anche il municipio di Casamicciola. Nessuno, qui, vuole sentir parlare di un legame tra crolli avvenuti per il terremoto ed abusivismo. Giacomo Pascale, sindaco di Lacco Ameno, uno dei due comuni dell’isola colpiti dal sisma, è sicuro: "Condono non vuol dire abuso. Anche perché qui non ci sono ecomostri o lotti condominiali giganti, ma solo piccole case familiari, costruite per necessità. Senza un piano urbano unitario ognuno ha fatto come poteva. Speriamo che la disgrazia del terremoto possa fare chiarezza su questa vicenda e dare nuove certezze".
Il presidente del consiglio nazionale dei geologi, Francesco Peduto, invece è severo con quanto successo, perché a suo avviso i danni ingenti riportati sono da addurre anche al tipo di costruzioni presenti sull’isola. Dello stesso avviso pure Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente, stando al quale: "I sindaci dell’isola non sono obiettivi se negano il legame tra crolli ed abusivismo, anche perché non è la prima volta che succede a Ischia. Se non è per un terremoto è per una franca o altro. Si è costruito lì dove non si poteva. Qui ci sono il 20% degli edifici illegali presenti in Campania. Le competenze sugli abbattimenti di strutture irregolari devono essere tolte alle amministrazioni comunali".
Luigi Lista attivista e blogger dell’isola, fondatore del movimento “Noi siamo nessuno”, ci tiene a precisare che gli isolani non fanno negazionismo. "L’abusivismo edilizio ad Ischia c’è, però si rischia di far una gran confusione se lo si associa al terremoto del 21 agosto".
Lorenzo Giroffi
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