Roma, la provincia di Milano e quelle di Napoli e Caserta sono unite: negli ultimi due anni decine di roghi degli impianti dei rifiuti hanno fatto l’unità d’Italia. Gli incendi dolosi avvengono tra giugno e ottobre, gli ultimi infatti sono avvenuti tra la metà e la fine di quel mese del 2018. Invece a Roma il mega rogo dell’impianto Tmb di via Salaria ha chiuso l’anno in modo drammatico. Dal 2014 al 2017 sono stati 250 gli impianti andati a fuoco in tutto il Paese.
Di fronte a questo fenomeno i cittadini hanno un sensazione di impotenza e di grande paura per gli effetti sulla salute. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità c’è un aumento del 9% delle patologie tumorali sui giovani. Dopo ogni incendio, infatti, la prima raccomandazione è quella di serrare porte e finestre nella zona del rogo per almeno 24 ore. Materiali plastici e pesanti bruciano per ore o addirittura per giorni. In Campania esiste la cittadinanza più attiva e consapevole su questi temi. Ha organizzato assemblee pubbliche e manifestazioni come nel comune di Marcianise dove a novembre in migliaia, soprattutto famiglie, scuole e bambini, hanno gridato la loro rabbia di dover respirare veleni.
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa vuole creare un’unica cabina di monitoraggio degli impianti e affidarli alle prefetture. E conferma la mano di un business criminale dietro questi roghi per la gestione del grande affare sullo smaltimento dei rifiuti in Italia.
Lorenzo Giroffi - Giuseppe Manzo